In questo numero

Di nuovo qui!

Stefania Ragusa - 11 Gennaio 2015

Corriere delle Migrazioni torna dopo una lunga pausa, dettata dalle difficoltà legate alla nostra condizione di volontari senza risorse e senza sponsor. Corriere delle Migrazioni torna in un momento drammatico e delicato per il mondo intero.
L’attentato a Charlie Hebdo non ha colpito solo la Francia, l’Occidente o la libertà di stampa. È stato rivolto anche contro l’Islam e i milioni di musulmani che vogliono la pace, il dialogo, la democrazia. E non solo in senso figurato: il correttore di bozze del settimanale, ucciso anche lui dai terroristi, era immigrato e musulmano, il poliziotto che ha tentato di fermarli, ed è stato giustiziato a sangue freddo, era immigrato e musulmano, il commesso che ha salvato gli ostaggi ebrei del negozio kosher, nascondendoli nella cella frigorifera, era anche lui immigrato e musulmano. Igiaba Sciego, scrittrice e collaboratrice della nostra testata, ha esposto perfettamente questo punto di vista in un articolo che in poche ore ha raccolto migliaia di like.
Eppure, come era d’altra parte ampiamente prevedibile, sulla scena politica e mediatica italiana è ricomparso in fretta e furia lo scontro di civiltà, con il suo corollario più immediato, la demonizzazione dei migranti. Non importa se a tenere insieme questi feticci ideologici siano menzogne, fantasie prive di riscontri (i “milioni di musulmani pronti a sgozzare in nome di Allah” sbandierati da Salvini), scritture superficiali e infarcite di errori (come il pamphlet La rabbia e l’orgoglio di Oriana Fallaci: a proposito di questo, vi consigliamo di rileggere la lunga risposta di Stefano Allievi, uno dei pochi intellettuali realmente competenti in fatto di Islam in Italia, a questo inqualificabile testo). Scontro di civiltà e demonizzazione dei migranti servono sempre ad alzare l’audience e il consenso elettorale.
Ecco, in siffatto contesto è più che mai importante impegnarsi per un altro tipo di informazione, indirizzata a dare strumenti per capire la realtà complessa in cui ci troviamo, un’informazione sia rivolta alla testa e anche al cuore dei lettori, ma non alle viscere. È importante che ciascuno cerchi di fare la propria parte, anche quando i mezzi a disposizione, come nel nostro caso, sono pochi.

Corriere delle Migrazioni torna dopo una lunga pausa, con un numero pensato prima dei fatti di Parigi. Non abbiamo potuto ribaltarlo, e pensiamo che in fondo sia giusto così. Non abbiamo i mezzi per seguire la cronaca. Altri possono farlo meglio di noi. La nostra mission rimane quella di approfondire il discorso sulle migrazioni, allargarlo, evidenziare le sue molteplici connessioni sfidando l’opacità che troppo spesso lo accompagna e a prescindere dalla notizia del giorno. Così, adesso ci occupiamo dei nodi strutturali che impediscono al diritto d’asilo di essere applicato come in teoria si dovrebbe, nodi “fissati” dall’organizzazione europea della materia, a cui si aggiungono inevitabilmente le smagliature italiane: gli “arcaismi” della convenzione di Ginevra, le contraddizioni di Dublino, corridoi umanitari inesistenti. Ce ne parla Stefano Galieni nel pezzo di apertura e sul tema interviene anche Cécile Kashetu Kyenge, oggi europarlamentare, che si sofferma su Triton e spiega perché, senza una nuova politica europea in materia di asilo, questa operazione rischi di risolversi in una pura scommessa sulla vita umana.

Sergio Bontempelli ci parla dell’uso strumentale che la Russia di Putin sta facendo dell’accoglienza ai rifugiati, ma ci racconta anche una storia a lieto fine, ambientata a Pisa: una vittoria dell’antirazzismo delle persone comuni sul razzismo delle istituzioni mascherato da preoccupazione per la salute pubblica.
Martina Zanchi, dopo la buona notizia della guarigione del medico di Emergency, fa il punto su Ebola: quali sono i dati aggiornati, cosa dice la comunità scientifica a proposito del rischio contagio, quanti danni sta provocando in Africa la malainformazione.
Alessandra Ballerini, con Stefano Galieni, ci racconta cosa sta accadendo al Cie di Roma, dove come ente gestore è arrivata la Gepsa, una multinazionale francese che garantisce al cliente (il Viminale) massima discrezione e minimo della spesa. Ovviamente sulla pelle degli “ospiti”.

Daniele Barbieri propone una scor-data che ci riporta al cuore nero del nostro colonialismo e alla guerra chimica combattuta in Etiopia. Gabriella Grasso intervista David Van Reybrouck, il giornalista belga autore del libro Congo, che è meritatamente diventato un vero caso letterario, e che per noi è stato recensito da Enza Spinapolice.

Vi proponiamo, infine, la nuova puntata di Allo Scoperto, dedicata ai cosiddetti bambini afroitaliani, quelli nati cioè da una coppia formata da un genitore bianco e uno nero. Guardatela con attenzione. A poche ore dalla sua uscita, sui social network imperversavano polemiche ferocissime.

Buona lettura, ben ritrovati e restate con noi.

Stefania Ragusa
direttore responsabile