Salute

Tumori, la prevenzione non ha colore

- 15 Febbraio 2015

Screening preventivi non effettuati e uno stile di vita non corretto concorrono a una tardiva diagnosi dei tumori. Sono condotte rischiose molto frequenti tra i migranti: le mette in pratica circa il 50% di loro, arrivando spesso alla diagnosi della malattia anche con un anno di ritardo rispetto alla media. A questo va aggiunto che oltre il 13% degli stranieri sopra i 14 anni ha difficoltà ad accedere a cure adeguate perché, a causa delle difficoltà linguistiche, non riescono a spiegare i disturbi di cui soffrono.

Per invertire questa tendenza, l’Associazione italiana di Oncologia medica e la Fondazione Insieme contro il Cancro hanno recentemente presentato alla Camera dei Deputati la campagna La lotta al cancro non ha colore. L’obiettivo è quello di sensibilizzare la popolazione migrante alla prevenzione oncologica mediante quattro opuscoli tradotti in sette lingue. Li si potrà trovare distribuiti negli ospedali, nelle ambasciate, nelle associazioni e dai medici di famiglia. In previsione c’è anche lo sviluppo di numerose iniziative, tra cui la realizzazione di spot e video informativi da far passare in tv.

La lotta al cancro non ha colore è la prima campagna nazionale per la prevenzione delle neoplasie indirizzata ai cittadini più disagiati, in particolare agli immigrati. Ha il pieno sostegno della Presidenza della Repubblica oltre che il patrocinio della Camera dei Deputati e del Senato. La questione è prioritaria, visto che nel nostro Paese risiedono circa 4,9 milioni di stranieri – l’8,2% della popolazione – e che si ritiene che fino al 40% dei tumori possa essere evitato proprio grazie alla profilassi e a uno stile di vita corretto.