Convegni

Trento: media, salute e immigrati

- 24 Marzo 2015

L’Italia si distingue in Europa per il riconoscimento, almeno sul piano formale, del diritto alla salute dei migranti. Un primato che sulla carta pone il Paese due passi avanti rispetto ad altre nazioni. Il problema sta nell’erogazione effettiva, ai “nuovi cittadini”, dei servizi sanitari da parte delle strutture preposte. In tale quadro, il Trentino rappresenta un’eccezione positiva, grazie alle politiche attuate con lungimiranza di fronte al fenomeno migratorio. Oggi, mentre i dati sull’immigrazione mostrano un sensibile rallentamento dei nuovi arrivi, i servizi sono quindi preparati a rispondere ai bisogni “diversamente espressi” dai migranti. Nuovi cittadini che in Italia sono mediamente più in salute degli autoctoni (almeno in termini di auto-valutazione) ma che nella percezione da parte della comunità diventano per molti “portatori di malattie” o “invasori”. Di qui il ruolo primario dei media e la loro responsabilità sociale nel raccontare la salute degli stranieri e più in generale il fenomeno migratorio, compito che richiede un impegno e una profondità di analisi non sempre compatibili con le risorse delle redazioni.

E’ quanto emerso, in estrema sintesi, al workshop che si è svolto oggi a Trento presso l’Auditorium dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari intitolato Immigrazione, salute e rappresentazione mediatica. L’iniziativa, promossa dal Cinformi in collaborazione con l’APSS e finanziata nell’ambito del progetto “Mattone Internazionale”, ha voluto approfondire lo stato di salute dei migranti e le politiche sanitarie che a livello comunitario, nazionale e locale regolamentano l’accesso ai servizi da parte della popolazione straniera, nonché indagare sulla rappresentazione della salute dei cittadini di origine immigrata nei media. I lavori sono stati aperti dall’assessora provinciale alla Salute e Solidarietà sociale Donata Borgonovo Re e dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Trentino-Alto Adige Fabrizio Franchi. “Il diritto alla salute – ha detto l’assessora Borgonovo Re – è inviolabile e inalienabile. L’immigrazione è un tema che caratterizza la nostra epoca, una condizione costitutiva del nostro odierno vivere. Il Trentino ha scelto fin da subito di affrontare questo tema per rispondere al fenomeno in modo adeguato e qualificato. Di fronte alla questione, in particolare, della salute dei nuovi cittadini, è fondamentale tenere presente il dovere di solidarietà ricordato dalla Costituzione in un’ottica di tutela dei diritti e condivisione dei doveri. In questa dimensione di solidarietà – ha concluso l’assessora Borgonovo Re – collochiamo naturalmente anche i migranti”. “La percezione dell’immigrazione da parte della comunità – ha detto invece il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Franchi – dipende in gran parte da come il fenomeno viene raccontato dai media. Ci sono stati esempi decisamente negativi in questo campo e a volte chi ha il dovere di fare informazione diventa vittima di vere e proprie “bufale” che poi vengono girate al pubblico dei media. Tuttavia – ha ricordato Franchi – alcuni passi in avanti sono stati fatti, ad esempio con l’introduzione del documento deontologico “Carta di Roma”, frutto della sinergia fra Ordine dei Giornalisti, Sindacato e Agenzia Onu per i Rifugiati. L’incontro e un più articolato dialogo fra istituzioni e media potranno giovare – ha concluso Franchi – ad una corretta comunicazione dei temi legati all’immigrazione e contribuire al superamento degli stereotipi”. Ha preso poi la parola Pierfranco Olivani del NAGA di Milano, che ha sottolineato come l’Italia sia leader in Europa nella tutela della salute di tutti i cittadini, autoctoni e migranti, essendo stata la prima nazione al mondo a riconoscere il diritto alla salute per tutti e avendo ancora oggi un impianto legislativo adeguato a tal fine. A livello europeo, invece, in materia di diritto alla salute l’UE si esprime – ha detto Olivani – solo attraverso vaghe indicazioni, lasciando quindi ai singoli Stati la scelta su quali criteri adottare. Anche Daniela Panizzut, della Società Italiana Medicina delle Migrazioni, ha ricordato che in Italia è da tempo affermato un diritto alla salute esteso per tutti, ma ha al contempo sottolineato il divario fra il quadro legislativo e la concretizzazione, in termini di servizi, di quanto previsto dallo stesso legislatore. Non è il caso dei due territori analizzati da Giovanni Menegoni dell’APSS e Antonio Chiarenza dell’AUSL Reggio Emilia, che hanno illustrato la risposta delle rispettive aree di competenza riguardo l’accesso ai servizi sanitari da parte degli utenti di origine immigrata. Il “fare rete” fra i diversi soggetti che a vario titolo si occupano di immigrazione è l’elemento che accomuna le positive esperienze delle due diverse realtà territoriali. Il quadro statistico nazionale è stato invece presentato da Monica Perez dell’ISTAT. L’analisi ha evidenziato fra l’altro che i cittadini stranieri (mediamente più giovani degli italiani) godono di una salute migliore (almeno nella propria percezione) rispetto agli autoctoni.

I giornalisti Stefano Galieni e Stefania Ragusa del Corriere delle Migrazioni hanno affrontato i temi della percezione dei migranti da parte della comunità autoctona e del ruolo dei media nel raccontare l’immigrazione. Una percezione condizionata da una rappresentazione che, nel panorama nazionale, spesso presenta il fenomeno tralasciando le “good news” a favore della cronaca nera o di fatti di grande impatto mediatico come, ad esempio, gli sbarchi dei profughi. Sarebbe necessario – è stato auspicato – un “cambio di direzione”, recuperando – laddove possibile – lo spirito autentico del giornalismo di approfondimento e di inchiesta.

Da Cinformi