Tutorial

Sopravvivere in Europa

- 11 Giugno 2015

Arrivare nel continente europeo, trovare accoglienza, affrontare il  razzismo, trovarsi infine un lavoro. Non è cosa da poco da spiegare a chi è appena sbarcato da un viaggio difficile né tantomeno a chi dovrebbe guardare con meno ostilità le persone arrivate. Ci hanno provato con intelligenza, garbo e una buona dose di ironia gli attori e i tecnici dell’Officina di Teatro Sociale della Regione Lazio, attraverso il progetto BLACK REALITY.
Si tratta, per ora, di tre brevi video tutorial, realizzati da Valerio Gatti Bonanni, Gianluca Riggi e Flavio Gancio e disponibili sul web a partire  dal 2 giugno (data scelta non casualmente) fino al 20 (altra data significativa). Il sottotitolo  è Come vivere e sopravvivere fra Lampedusa e l’Europa. Il progetto è iniziato alla fine del 2011 con un laboratorio teatrale realizzato con migranti accolti nella Regione e sarà attivo almeno fino al 2016.  I video, della durata massima di 4 minuti ciascuno, pur partendo dai problemi concreti che ciascuno si trova ad affrontare giungendo in Europa, partono da una domanda strutturale: si può “imparare” velocemente la “cultura occidentale”? E se sì, come?

Il risultato è un prodotto che si rivolge soprattutto a chi accoglie e che, spesso, non ha gli strumenti per comprendere la la profondità del dramma umano che viene rappresentato giornalmente sulle nostre reti televisive e sui giornali, e si traduce in un’apparente impossibilità di confronto fra culture. I video già realizzati e quelli che seguiranno, in maniera ironica ma non offensiva, sono di fatto una guida che insegna e spiega come comportarsi in un contesto specifico (dal centro di accoglienza alla Questura, all’ufficio per l’impiego) con esempi  pratici e/o metaforici.
Gli esempi sono surreali, con piccole provocazioni ispirate alle opere dei Monty Python, alle web series contemporanee, ai giochi paradossali, sia linguistici che scenici, realizzati da Daniel Pennac come da Buster Keaton, per rifarsi a esempi  noti.

L’Europa è raccontata come terra di approdo, attraverso Lampedusa, ma anche come luogo in cui ci si  scontra con la burocrazia statale e continentale, con leggi spesso incomprensibili, non da ultima l’imposssibilità (prevista dal Regolamento Dublino) di scegliersi il Paese  in cui fermarsi. In fondo, come dicono gli autori, la domanda che ci si pone è  semplice e antica: «Cosa significa accogliere e come accogliere? Come individuare politiche di inclusione sociale nel nostro continente che non sfocino, in futuro, in nuovo disagio sociale e nuova disperazione?».