Appello

Giustizia nel Mediterraneo

- 11 Giugno 2015

Si è tenuta nei locali della Sala della Stampa Estera a Roma, alla presenza dei fondatori,  in primis il portavoce Enrico Calamai, la conferenza stampa che annuncia le prossime iniziative del Comitato Verità e Giustizia per i Nuovi Desaparecidos. Il segnale lanciato è stato di voler accelerare, sia in termini di richieste rivolte alle istituzioni preposte sia in termini  di mobilitazione. L’obiettivo, quello di veder finalmente fatta giustizia per  le vittime dei crimini che si compiono nel Mediterraneo. Il gruppo di lavoro di questo comitato è presieduto da Arturo Salerni, fondatore di Progetto Diritti che da anni non solo garantisce assistenza legale ai migranti ma si occupa di tematiche internazionali riguardanti soprattutto l’asilo e ha appunto come portavoce una personalità indipendente e di prestigio.  Enrico Calamai, è stato da molti definito lo “Schindler” di Buenos Aires, perché da diplomatico riuscì a salvare, negli anni Settanta, prima alcune centinaia di persone (50 minori) che si erano rifugiati nell’ambasciata italiana in Cile durante i giorni del golpe e poi ancora molti oppositori durante la dittatura argentina. Oggi cessata l’attività diplomatica, insieme ad altre persone impegnate nei temi dei diritti umani e dell’immigrazione fra cui Hedwig Zeedijk, Corrispondente Radio Televisione Belga, Carolina Zincone, Mercedes Frias, (ex parlamentare e attivista antirazzista), Ribka Sibhatu, scrittrice eritrea e un numero esiguo di persone dalle più diverse esperienze, ha dato vita a questo comitato che ritiene importante partire da un parallelismo storico. I morti nel Mediterraneo, spesso privi  di identità vivono, secondo i componenti del progetto, la stessa condizione dei desaparecidos delle dittature latinoamericane. Scomparsi nel nulla, sovente gettati anche in mare perché non se ne trovasse traccia, vittime non di tragedie naturali ma della crudeltà degli uomini e delle leggi. Non a caso alla conferenza stampa erano presenti due donne che simboleggiavano in maniera netta questo legame fra passato e presente. Lita Boitano, presidente di Familiares di desaparecidos e detenuti desaparecidos, cui la dittatura argentina ha strappato due figli,   e  Meherzia Chargui,  madre tunisina che da anni è in Italia per cercare il figlio di cui non ha notizie dal marzo 2011. Nell’incontro, dopo aver evidenziato il tragico bilancio che ha riservato fra il 2014 e i primi 6 mesi del 2016, il perpetrarsi di tali colpevoli perdite di vite umane e mentre rumors di guerra si fanno sentire in maniera sempre più minacciosa, si sono definite alcune azioni concrete. Si sono avviate le procedure formali per richiedere l’intervento del Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) perché si accerti l’esistenza di crimini commessi negli ultimi venti anni nei confronti dei migranti nel Mediterraneo e nel percorso dei cittadini dell’Africa e dell’Asia verso l’Europa, affinché vengano identificate e accertate le violazioni dei diritti dei migranti, in primo luogo del diritto alla vita; perché si giunga all’individuazione dei responsabili della commissione dei crimini di lesa umanità e della violazione dei diritti fondamentali dell’uomo e perché siano valutati gli obblighi giuridici che hanno le istituzioni europee e internazionali verso le persone che cercano rifugio e che fuggono da guerra, persecuzioni e miseria.
Il TPP è un tribunale di opinione la cui opera è rivolta a identificare e rendere pubblici i casi di sistematica violazione dei diritti umani fondamentali, in particolar modo riguardo tutti quei casi in cui la legislazione nazionale e internazionale non riescano a tutelare con efficacia il diritto dei popoli. La sua azione si basa sui principi espressi dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dei Popoli e i principali strumenti internazionali di protezione dei diritti umani. La sua missione è quella di studiare il complesso di cause storiche, politiche ed economiche che portano alla loro violazione, al fine di emettere delle “sentenze” che ne individuino i responsabili. A oggi il TPP ha realizzato 40 Sessioni per denunciare casi di genocidio e crimini contro l’umanità. Tra queste è opportuno segnalare la Sessione sul Diritto d’asilo in Europa (Berlino, 1994) e quella recente sul Messico (2011-2014), che ha dedicato un capitolo importante alla violazione dei diritti umani dei migranti. La richiestaa che questo piccolo Comitato ha fatto al TPP è quella di un vero e proprio “rinvio a giudizio” per quei governi di quegli Stati (ovviamente Italia compresa) che col loro comportamento reiterato, volontario e con opere di depistaggio, si sono macchiati di crimini contro  l’umanità. Ovviamente anche per gli scafisti che hanno lucrato sul bisogno di fuggire e per coloro che non hanno voluto  prestare sovente soccorso in mare, lasciando morire, colpevolmente, migliaia di persone. Per  il Comitato questa pagina di Storia è una macchia inaccettabile per tutto il continente europeo realizzata anche attraverso le politiche militari, di sfruttamento e percorsi come il Processo di Rabat e quello di Khartoum che favoriscono le peggiori dittature. Anche nostri collaboratori e redattori fanno parte del Comitato e spesso articoli del Corriere delle Migrazioni sono veicolati sulla pagina Fb dedicata.