Sport

Yassine, italiano per sport

- 11 Giugno 2015

Yassine Rachick  ha 22 anni,  vive in Italia da 12 ma è nato in Marocco. Fino a ieri (e non è un modo di dire) non aveva ancora la cittadinanza italiana (che invece era stata ormai accordata ai suoi genitori e a i suoi fratelli). La aspettava e, tenendo conto dei tempi medi di questo processo, avrebbe potuto averla tra un paio d’anni. Ma Yassine è una promessa dell’atletica italiana. E senza cittadinanza non avrebbe potuto rappresentare il nostro paese agli Europei Under 23 che si disputano a luglio. Di fronte a una motivazione come questa, ecco allora che la burocrazia e le leggi cambiano passo.  L’onorevole Khalid Chaouki lancia una petizione rivolta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella , che ha raccolto in poco tempo in rete oltre 21 mila firme, chiedendo di abbreviare tempi tanto ingiusti e penalizzanti. Mattarella risponde, interviene, firma. Yassine è italiano. Siamo felici per lui (e per lui tiferemo, a luglio). Siamo piuttosto costernati, però, per tutti gli altri, quelli che devono confrontarsi con tempi ugualmente ingiusti e penalizzanti ma non corrono così veloci da suscitare l’interesse del Capo dello Stato. Ricordiamo, in particolare, che il progetto di legge per riconoscere la cittadinanza a chi nasce e cresce in Italia (cfr la campagna L’Italia sono anch’io) era stato sostenuto da ben più di 21mila firme eppure, a distanza di cinque anni, è ancora in un limbo.
Yassine, per la cronaca,  recentemente aveva ricevuto offerte da altri paesi Ue (è interessante notare come in Europa ci rimpalli i rifugiati ma ci si metta in competizione per procacciarsi l’immigrato atletico..). Lui ha rifiutato dicendo che l’italia, ossia il posto in cui è cresciuto e vivono i suoi famigliari, è il suo Paese.