Torino, l'arcivescovo Nosiglia appoggia la petizione

L.M. - 31 Gennaio 2011
L’arcivescovo Nosiglia appoggia la petizione perché il Comune riconosca il diritto di residenza ai 250 profughi politici a Torino
di Elena Carcangiu

ATTUALITA‘. È partita alcuni giorni fa la raccolta firme della campagna per il riconoscimento della residenza ai rifugiati politici che vivono in città, promossa dal coordinamento “Non Solo Asilo” e dagli enti aderenti –Gruppo Abele, Terra del Fuoco, Società San Vincenzo de’ Paoli, Pastorale Migranti, Chiesa Valdese e numerosi altri–. 

Si tratta di una petizione forte, con la quale vengono chieste al Comune delle modifiche sulle norme attualmente in vigore per quanto concerne il rilascio della residenza, così da “eliminare tutti gli impedimenti che oggi consentono alla Città di negare questo diritto”.

L’iniziativa è appoggiata anche dall’arcivescovo monsignor Cesare Nosiglia, che ha espresso il suo “sostegno e appoggio alla campagna per il rilascio della residenza ai rifugiati e titolari di protezione internazionale presenti sul territorio di questa nostra Città e di questa nostra Regione”. Inoltre secondo monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, Torino può farsi portavoce a livello nazionale della necessità di una specifica legge sull’asilo, tuttora assente nel nostro Paese.
Attenendosi a queste opinioni e ai dati di cui nel libro “La frontiera addosso” (edito da Laterza e presentato, sempre a Torino, lo scorso 22 gennaio), il moltiplicarsi di persone senza fissa dimora rappresenta un problema urgente, ulteriormente aggravato dal fatto che secondo i promotori della campagna, a Torino come in numerosi altri Comuni della regione, il rilascio della residenza risulta difficile per i rifugiati e titolari di protezione internazionale privi di un domicilio stabile. I sostenitori della campagna spiegano infatti che “la presenza a Torino di persone titolari di protezione internazionale è testimoniata dall’occupazione della ex clinica San Paolo e dalla continua presenza di decine di persone nelle strutture abbandonate di via Paganini, via Revello e corso Chieri”.