La denuncia: "A Milano cure negate agli irregolari"

L.M. - 14 Aprile 2011
I dati dell’indagine “La doppia malattia”: nel 61% dei casi la richiesta del codice Stp (straniero temporaneamente presente) ha dato esito negativo. In 455 casi i medici volontari dell’associazione hanno ”risolto il caso” con la visita
di Redattore Sociale

MILANO. Il diritto alla salute viene garantito (sulla carta) anche agli stranieri irregolari, in base a quanto previsto dall’articolo 35 del Testo unico sull’immigrazione. Ma di fatto, negli ospedali milanesi, così non è: l’erogazione del codice Stp (Straniero temporaneamente presente) avviene in maniera arbitraria, con modalità disomogenee tra le varie strutture ospedaliere.

E’ quanto emerge dalla ricerca “La doppia malattia” condotta dai medici del Naga: 82 pazienti affetti da malattie croniche anche rilevanti sono stati inviati (e in alcuni casi anche accompagnati) presso le strutture ospedaliere con la richiesta di rilascio del codice Stp. “Nel 61,6% dei casi la richiesta ha dato esito negativo”, spiega Gugliemo Meregalli, medico volontario del Naga.

“Abbiamo riscontrato una prassi disomogenea, una parziale disapplicazione della normativa, un’erogazione e una gestione del codice Stp inefficiente e inefficace con la conseguente grave esclusione dal godimento del diritto alla salute per moltissimi cittadini stranieri irregolari bisognosi di cure”, spiegano Gugliemo Meregalli e Stefano Dalla Valle.
L’indagine (che si è svolta tra novembre 2010 e marzo 2011) ha coinvolto 560 pazienti che si sono rivolti presso lo sportello del Naga. “Su 23 pazienti che avevano avuto un accesso al Pronto soccorso prima di rivolgersi a noi -spiegano i medici- a tre non è stato assegnato il codice STP e ad altri 15 è stato assegnato, ma non sono stati informati sul significato e sull’uso del codice”. Inoltre non sono state fatte le impegnative per le visite di controllo o per l’acquisto di farmaci. Particolarmente significativi i casi di cinque pazienti che si erano fratturati un arto e, dopo essere stati ingessati, dimessi dal Pronto soccorso ai quali non è stato indicato a chi rivolgersi per le radiografie di controllo e a rimozione del gesso. “Gli italiani e gli immigrati regolari possono rivolgersi ai medici di base per avere le impegnative -spiegano i medici- gli irregolari non sanno a chi rivolgersi. E vengono rimbalzati da una struttura all’altra”.
Uno dei principali ostacoli all’erogazione del Stp è la mancanza di un iter chiaro e uniforme in tutta la Regione. “Manca il raccordo tra il Pronto soccorso e chi deve seguire le fasi successive della terapia”, commenta Guglielmo Meregalli. “Crediamo che la difficoltà, a volte l’impossibilità, per i cittadini stranieri irregolari di accedere alle cure mediche risieda principalmente in una precisa volontà politica di non applicare la normativa vigente creando, così, difficoltà nell’accesso e nel godimento del diritto alla salute”, commenta Pietro Massarotto, presidente del Naga.
L’associazione ha poi elaborato tre proposte che, se applicate, potrebbero modificare la situazione vigente: iscrivibilità dei cittadini stranieri irregolari nelle liste dei medici di medicina generale; applicazione omogenea della normativa nazionale vigente e conseguente rilascio e gestione successiva del codice Stp in tutte le strutture sanitarie ubbliche e convenzionate della Lombardia. Infine campagne pubbliche di sensibilizzazione, formazione e informazione in merito alla normativa vigente e ai diritti fondamentali in materia di salute rivolte a tutto il personale sanitario e ai cittadini stranieri regolari e non.