Milano, i caporali usano sms e passaparola per reclutare gli immigrati

L.M. - 13 Maggio 2011
Sono meno visibili gli assembramenti nelle piazze cittadine all’alba: i caporali cercano di passare inosservati con passaparola e comunicazione con il telefonino. 
di Redattore Sociale


MILANO. Sono meno visibili gli assembramenti nelle piazze cittadine all’alba. I caporali cercano di passare inosservati e ricorrono a sempre più spesso al passaparola e alla comunicazione via sms per organizzare le squadre di lavoranti a giornata.

In edilizia a Milano e provincia una quota che oscilla tra il 30 e il 40% della manodopera lavora in nero, spiega Franco De Alessandri, segretario della Fillea Cgil di Milano. “E’ difficile avere dati precisi sul caporalato, anche perché la loro presenza è legata alla domanda del mercato”, puntualizza De Alessandri. Quando si aprono i cantieri delle grandi opere pubbliche o l’edilizia privata conosce una fase particolarmente vivace i caporali sono particolarmente attivi; per poi rallentare l’attività quando il mercato rallenta. “A livello intuitivo, possiamo però stimare che i 15% del totale dei lavoratori vengano reclutati da caporali”, osserva De Alessandri.
Una situazione di sfruttamento che non si ferma ai confini della città, ma si estende alle campagne della provincia di Milano. “Ma con la crisi non sono solo gli stranieri che vengono reclutati dai caporali per lavorare nei campi, ma anche italiani -spiega Claudio Superchi, segretario generale Flai Cgil Milano, il sindacato dei lavoratori agricoli-. Ma è comunque difficile quantificare il fenomeno”. I caporali entrano in azione ad esempio in vista della vendemmia, quando le campagne hanno più bisogno di braccia, e quando si aprono le stagioni di raccolta di frutta e verdura”.
Per combattere questo fenomeno, Fillea e Flai hanno deciso di mettere la questione del lavoro nero e del caporalato al centro della propria azione sindacale. “Oggi in Italia il reato di caporalato è punita con una multa di 50 euro -spiega De Alessandri-. Per questo chiediamo al Parlamento di approvare una legge che riconosca la gravità di questo reato e lo punisca sanzioni di carattere penale”. Inoltre il sindacato chiede alle istituzioni (Comune, Provincia e Regione) una maggiore attenzione al fenomeno.