Conoscere l’Africa attraverso la cosmesi

L.M. - 27 Settembre 2011
Minime africane
la rubrica di Daniele Mezzana
AFRICA. Per conoscere le società e i popoli africani ci sono tanti percorsi diversi. Uno di questi può essere la cosmesi, l’arte del trucco, dell’abbellire il corpo o parti di esso, specialmente il viso. “Come sono diventato truccatore” è l’ultimo libro di Stefano Anselmo, uno dei più grandi artisti del trucco al livello mondiale, sicuramente il più grande in Italia.

Di certo avrete visto, nel corso della vostra vita, almeno una delle sue opere sui volti di Mina, Anna Oxa, Mia Martini, Amy Stewart, Gioele Dix, Renato Zero e tanti altri. Il libro (edizioni Rovema – Marinella Piano) è una accattivante autobiografia, che parte dall’infanzia in Piemonte e arriva ai nostri giorni, illustrando una carriera fatta di lavoro e applicazione, ma anche studio, approfondimento e trasmissione del sapere attraverso la formazione.
Tra le grandi passioni di Stefano Anselmo vi sono l’Antico Egitto e l’Africa. Nel volume si raccontano le ricerche e le sperimentazioni dell’autore sulla cosmesi al tempo dei faraoni e su quella che si elabora nelle società africane di oggi. Anselmo, con grande curiosità intellettuale, è uno che si reca sul posto per osservare, per parlare direttamente con le persone, per imparare e poi trasfondere quanto appreso nelle sue creazioni. Il tutto con molto rigore e rispetto (“considero quantomeno discutibile ricopiare qualsiasi cosa senza curarsi del significato”), contrariamente a quello che molti esteti più o meno improvvisati fanno quando si occupano dell’estetica e della cultura africana, come qualche volta abbiamo discusso anche qua dentro. Anche per questo atteggiamento di apertura e attenzione, Anselmo è diventato il massimo esperto italiano di make-up, problemi tricologici ed estetici per soggetti di pelle nera.
Stefano Anselmo si impegna attivamente per far conoscere agli italiani la cultura e le lingue dei popoli africani, combattendo radicati stereotipi: è intervenuto in numerosi seminari e conferenze, ha collaborato con importanti riviste come Focus e con il Discovery Channel, ha scritto un volume sulla lingua wolof, partecipa ad iniziative di sostegno per gli immigrati e di valorizzazione delle professionalità presenti tra gli africani in Italia. Il 10% dei proventi della vendita del volume andranno a sostenere le attività delle associazioni COSA e SUNUGAL.
“Come sono diventato truccatore” è un libro che parla, certo, a chi si occupa di trucco, ma soprattutto a chi vuole scoprire qualcosa di più sul posto della bellezza nell’esperienza umana.
Nella foto: Danza Woodabe, Diffa (Niger), da http://www.lucianobovina.com