Anna Maria Cancellieri revoca la circolare di Maroni sui Cie

L.M. - 13 Dicembre 2011

Abrogata la circolare 1305 dell’ex ministro dell’Interno Maroni, che impediva l’accesso ai centri per migranti (CIE, CARA, CPA) ai giornalisti
di Luigi Riccio

ATTUALITA’. Il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri ha firmato oggi una direttiva che consente ai giornalisti l’accesso ai centri per migranti (CIE, CARA, CPA), revocando di fatto la circolare 1305 (Link) del 1° aprile 2011 dell’ex ministro Roberto Maroni, che aveva scatenato le proteste della società civile, dell’Ordine dei giornalisti e della FNSI. A darne notizia una nota del ministero dell’Interno.

Poco dopo l’emanazione della discussa circolare nacque la campagna LasciateCIEntrare (Link), con la manifestazione del 25 luglio (Link) fuori i Cie e i Cara di tutta la penisola. 

Plaude la FNSI: “E’ un’ottima notizia la decisione del ministro Cancellieri di aprire di nuovo ai giornalisti le porte dei Cie. Finalmente viene ripristinato il nostro diritto-dovere di raccontare ciò che avviene in queste strutture. E’ una decisione che giova anche alla credibilità delle istituzioni italiane preposte all’accoglienza degli immigrati, perché il blocco disposto ad aprile dall’allora ministro Maroni autorizza da mesi il sospetto che all’interno di Cie e Cara vengano praticati trattamenti lesivi dei diritti umani. La revoca del divieto è una riaffermazione di basilari principi costituzionali, per la quale anche la Fnsi ringrazia il ministro Cancellieri e tutti i parlamentari che si sono battuti per il risultato di oggi”.
Soddisfatta anche Gabriella Guido, del comitato LasciateCIEntrare: “Questo atto, che la società civile ha chiesto a gran voce, arrivando alla grande mobilitazione del 25 luglio, era un atto dovuto, ma non scontato. Garantire la libertà di informazione è una delle condizioni basilari ed essenziali per garantire una società democratica, in grado di difendere i diritti di tutti, di quei cittadini italiani e di quei cittadini stranieri che scelgono il nostro paese dove vivere e stabilirsi o come paese di transito. Da oggi, forse, ciò che avviene nei centri di identificazione ed espulsione sarà possibile renderlo pubblico. E quindi non potremo non essere ancora più fortemente convinti che una diversa gestione delle espulsioni, dei riconoscimenti e delle richieste di asilo sia possibile e necessaria”.