Emergenza nomadi, “il governo rinunci al ricorso in Cassazione"

L.M. - 14 Maggio 2012
È quanto chiedono l’associazione 21 luglio, l’Asgi, Amnesty International, Human rights watch e Open society justice initiative dopo la notizia della sospensione della sentenza del Consiglio di Stato 
ROMA.“Il governo rinunci all’appello contro la sentenza del Consiglio di Stato del Novembre 2011”. È quanto chiedono l’associazione 21 luglio, l’Asgi, Amnesty International, Human rights watch e Open society justice initiative, dopo la notizia della sospensione della sentenza del Consiglio di Stato che metteva fuori gioco l’Emergenza nomadi su tutto il territorio nazionale: una sospensione decisa il 9 maggio, in attesa del giudizio di Cassazione. 

“Questa sentenza aveva marcato un passo in avanti in vista della cessazione delle violazioni che le comunità Rom hanno sofferto laddove è stata attuata l’emergenza nomadi – spiegano le cinque organizzazioni -. Confidiamo nel fatto che la recente ordinanza del Consiglio di Stato non permetta nuovi abusi”. Lo stato di emergenza attribuiva poteri straordinari ai prefetti in riferimento ai Rom e ai loro insediamenti in cinque regioni italiane. Il piano, però, è stato giudicato illegittimo dal Consiglio di Stato nel Novembre 2011. All’inizio di quest’anno, è stato il governo Monti a ricorrere in Cassazione contro la sentenza di Palazzo Spada. Una decisione che preoccupa le organizzazioni in difesa dei diritti umani. 
“L’emergenza nomadi aveva definito la presenza dei campi Rom in Italia come una minaccia alla sicurezza pubblica – spiegano – e stabilito poteri straordinari per censire i Rom e chiuderne i campi, sia regolari che irregolari, in deroga alle norme fondamentali di tutela dei diritti umani. L’Emergenza Nomadi ha suscitato dure critiche da parte delle maggiori organizzazioni internazionali competenti in materia di diritti fondamentali, tra cui il Consiglio dei Diritti umani dell’Onu, il Comitato Onu per l’eliminazione della discriminazione razziale, il Commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, il Comitato Europeo per i diritti economici e sociali e la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza”.
Redattore Sociale