2 giugno

Torna l'Italia sono anch'io

- 1 Giugno 2013

La campagna per i diritti degli immigrati promuove iniziative in tutta Italia per riportare l’attenzione sulle proposte di legge di iniziativa popolare che chiedono il voto alle amministrative e lo ius soli

La Campagna L’Italia sono anch’io, in occasione del 2 giugno, lancia in tutta Italia la Giornata della Cittadinanza e dei diritti. In preparazione a Firenze c’è stato un incontro con i sindaci a cui ha partecipato il ministro Cécile Kyenge e, a Caserta, un dibattito con il deputato Khalid Chaouki. Il 2 giugno in 10 comuni della provincia di Firenze e nel comune di Sesto San Giovanni verrà conferita la cittadinanza onoraria a ragazzi e ragazze figli di immigrati. Infine, il 9 giugno, a Torino, ci sarà una giornata di mobilitazione e di festa.

«Oggi – si legge in una nota – il principio del suffragio universale subisce una grave lesione. In Italia vivono infatti almeno cinque milioni di persone che provengono da altre parti del mondo, ma che qui lavorano, pagano le tasse, concorrono in maniera responsabile alla vita della comunità e tuttavia sono escluse dalla partecipazione a qualsiasi consultazione elettorale. Ciò costituisce un vulnus democratico a cui va posto finalmente rimedio. Per questo è necessario che il Parlamento – come prevede una delle due proposte di legge di iniziativa popolare promosse dalla Campagna – introduca il diritto di voto almeno alle consultazioni amministrative per gli stranieri stabilmente residenti nel Paese».

«L’altra proposta di legge riguarda quelle centinaia di migliaia di persone che non possono accedere alla cittadinanza o sono costrette, per accedervi, a un complicato e lungo percorso privo di certezze sull’esito finale. Per questo la Campagna propone una riforma della legislazione attuale con l’introduzione, fra l’altro, dello ius soli. Intorno a queste due proposte di legge si è determinato un larghissimo consenso, dimostrato non solo dal numero di firme raccolte, ma anche da autorevoli prese di posizione da parte di figure istituzionali».

Fonte: Redattore Sociale