Dati e proiezioni

Emilia multietnica

- 7 Luglio 2013

Oltre il 25 per cento della popolazione: tante saranno nel 2050 le persone di origine straniera.

Dall’attuale 12,6% a un 16,3% nel 2020, fino ad arrivare al 25,8% nel 205o. Sono le proiezioni Istat sull’incidenza percentuale degli stranieri sul totale della popolazione in Emilia-Romagna. Sempre secondo Istat, nel 2020 i giovani con una cittadinanza diversa da quella italiana rappresenteranno quasi un quarto del totale, e oltre un terzo nel 2050. Cifre che danno la misura di quanto i cittadini stranieri sono e saranno sempre più parte integrante del futuro dell’Emilia-Romagna, come del resto del Paese, e che pongono la Regione di fronte a nuove sfide. Se n’è discusso durante il convegno Migrazioni, interazione, sviluppo: Emilia-Romagna nell’Europa che cambia, che ha visto la partecipazione del ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge. Kyenge ha sottolineato l’importanza di affrontare il tema dell’immigrazione in un’ottica di accoglienza e integrazione, e ha parlato anche di cittadinanza, ius soli, reato di clandestinità.
«Cerchiamo di creare le condizioni affinché le persone immigrate possano accedere a tutti i servizi come le persone native – ha sottolineato a margine del convegno l’assessore regionale alle Politiche sociali, Teresa Marzocchi – . Gli interventi fatti finora sono in questa direzione. Ci prendiamo questo momento di riflessione per capire come continuare su questa linea nelle condizioni cambiate del nostro contesto sociale e anche economico. C’è un grande problema di risorse per tutti i cittadini; c’è un problema di lavoro, che è stato l’asse portante del fenomeno migratorio in questa regione». Marzocchi ha ribadito le linee fondamentali delle politiche regionali: «Arrivare a tutti i cittadini, accoglierli uno per uno, e non lasciare che nessuno sia escluso. Con l’apprendimento della lingua, prima di tutto, l’accesso ai servizi e a prestazioni diversificate, necessarie per l’accompagnamento vero: servizi uguali per tutti, ma con le differenze dovute. Siamo una realtà multiculturale – ha concluso l’assessore – . È sufficiente guardare le scuole, le piazze. Andate nei nostri asili: quella è la nostra regione. È il nostro patrimonio, non il nostro problema. È il nostro patrimonio e lì dobbiamo costruire».

All’inizio, in Emilia-Romagna, l’immigrazione era prevalentemente maschile. Poi è andata stabilizzandosi: sono arrivate le famiglie, sono nati i bambini, cresciuti e andati a scuola qui. Bambini e famiglie che appartengono a oltre 150 nazionalità diverse. È la “linea” evolutiva seguita dall’immigrazione in Emilia-Romagna. Qui, la stima di circa 555.000 soggiornanti regolari, a fine 2011 (Dossier Caritas/Migrantes) continua a collocare la regione ai primi posti in Italia in termini di presenze dopo la Lombardia (1.178.000 stranieri regolarmente presenti) e il Lazio (615.000).
La presenza della popolazione immigrata è ormai una caratteristica di tutto il territorio, sebbene ci siano delle differenze. In particolare le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Modena continuano ad avere un’incidenza della popolazione residente straniera al di sopra della media regionale (11,9%): in queste province infatti l’incidenza ha superato il 13%, quella di Piacenza ha raggiunto il 14,1%. Nel corso del 2011 la regione ha visto una riduzione dei flussi in ingresso di stranieri: il saldo migratorio con l’estero è sceso al 6,7 per mille, a fronte del 9,6 del 2010. Nonostante ciò quello dell’Emilia-Romagna resta il saldo migratorio con l’estero più elevato (dal 2008) tra le Regioni italiane.

Nell’anno scolastico 2011/2012 sono presenti nelle scuole dell’Emilia-Romagna (dell’infanzia, primaria e secondaria), 86.944 alunni con cittadinanza non italiana: pari al 14,6%*del totale degli iscritti. Questo dato colloca l’Emilia-Romagna al primo posto in Italia, seguita da Umbria (13,9%), Lombardia (13,2%), Veneto (12,5). La media nazionale è dell’8,4%.

Stranieri: tasse e contributi
Sono sempre più rilevanti i contributi e le tasse pagate dagli stranieri. Nel 2010 i cittadini stranieri residenti in Emilia-Romagna erano 500.585, pari all’11,3% della popolazione. Alla stessa data i lavoratori stranieri regolarmente occupati, secondo i dati Istat, risultavano circa 225.000, di cui 194.000 dipendenti (pari al 86,1%), 24.500 lavoratori autonomi (l’11,1%) e 6.500 lavoratori parasubordinati (2,8%). Prendendo in considerazione i contributi versati a carico del lavoratore e quelli a carico dell’impresa e le tre diverse aliquote contributive, l’ammontare economico contributivo generato dal lavoro degli immigrati risulta di *oltre 857 milioni di euro*, dei quali oltre 280 milioni versati direttamente dai lavoratori. Per quanto riguarda l’Irpef (stima comprensiva delle addizionali locali), gli stranieri presenti in Emilia-Romagna nel 2010 hanno versato 474 milioni di euro. Il totale complessivo di gettito fiscale e contributivo ha superato 1,3 miliardi di euro. L’apporto contributivo dei lavoratori immigrati continua ad assumere dimensioni rilevanti, proprio a causa della presenza crescente tra gli occupati nel mercato del lavoro regionale, nonostante la crisi iniziata nel 2008.