Sbarchi nel siracusano

Il punto di vista di Clean Service

- 14 Luglio 2013

Giampiero Parrinello, titolare dalla Clean Service, la società che fornisce servizi e assistenza ai migranti accolti all’Umberto I di Siracusa, è provato dalla “pubblicità negativa” che sta investendo la sua impresa. A Borderline Sicilia ha spiegato che lo spazio di cui è responsabile non può essere considerato né afferente al sistema Sprar, né tantomeno un Cie, un Cara o un Cspa. L’impresa si era occupata di Emergenza Nord Africa a partire dal 1 luglio 2012 tramite la Protezione Civile. Poi, in vista della fine dell’emergenza, era stato raggiunto un accordo con la Prefettura in virtù del quale, attraverso un verbale di affidamento del singolo ospite, loro avrebbero fornito il relativo servizio. Al momento non esiste dunque una convenzione né un contratto. Pertanto, non esiste un termine di scadenza dell’accoglienza affidata alla Clean Service. Parrinello ha chiarito che Clean Service fornisce alloggio, pasti (attraverso un servizio di catering esterno) e vestiario in situazione di prima accoglienza e che gli ospiti destinati alla struttura dovrebbero permanere per il tempo strettamente necessario alla loro identificazione, per poi essere trasferiti presso altre strutture più idonee. Nella realtà dei fatti, gran parte degli ospiti permangono anche per mesi interi. Ma questo non dipende certo da Parrinello, che dichiara di essere in difficoltà nel gestire la struttura e ciò perché, oltre ai tempi non ben definiti di permanenza degli ospiti presso la struttura, non è presente un servizio di sicurezza in pianta stabile, così come non esiste un servizio legale né è prevista la presenza di mediatori culturali. Ancora, riferisce che le difficoltà derivano anche dalla presenza di numerosi minori non accompagnati, che non potrebbero neanche essere accolti all’interno della struttura. La Clean Service lamenta anche il ritardo nel percepire il pagamento delle loro spettanze per il servizio reso. In particolare: se per l’accoglienza di un minore presso un servizio Sprar la diaria ammonta a circa 70 euro per ciascun ospite, l’impresa dell’Umberto I ne percepisce appena 25.
Le difficoltà poi riguardano anche il numero degli ospiti presenti e la gestione degli ingressi e delle uscite dalla sede d’accoglienza. Sebbene i nuovi arrivati vengano dotati di tesserini che permettono loro di uscire e rientrare all’interno della struttura ed i pasti vengano serviti attraverso un modulo di identificazione, non sono infrequenti gli allontanamenti volontari dei migranti dalla struttura, circostanza che costringe la conta quotidiana degli ospiti e le relative informazioni da inoltrare alla Prefettura. A detta del responsabile, molti ospiti non si premurano di utilizzare il proprio tesserino ed altri fanno rientro al centro dopo essersi allontanati per lungo tempo. Infine, riferisce che sono diversi i minori non accompagnati che dopo il loro collocamento presso altre strutture sul territorio regionale, avrebbero fatto ritorno all’Umberto I.

Stefano Galieni