Caso Shalabayeva

Asgi: «Riformare sistema espulsioni»

- 21 Luglio 2013

Alma ShalabayevaLa vicenda kazaka scopre i nervi della politica, ma dimostra anche  l’urgenza di una modifica radicale della normativa in materia.

«Un’approfondita inchiesta e un’immediata riforma della disciplina delle espulsioni, perché simili gravi violazioni dei diritti fondamentali delle persone non accadano mai più». È la richiesta avanzata dall’Asgi, l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, all’indomani del caso Shelabayeva, la dissidente kazaka espulsa dall’Italia alla fine del maggio scorso.

«Le responsabilità istituzionali dei vertici del Ministero dell’Interno nella gestione del caso», dicono i giuristi dell’associazione in una nota, «emergono con sempre maggiore chiarezza, e non convincono le dichiarazioni del Ministro Alfano sulla sua presunta non conoscenza del fatto».

Secondo l’Asgi, questa vicenda fa emergere le modalità con cui si eseguono di solito le espulsioni in Italia: modalità che non tengono conto del diritto di asilo o di protezione umanitaria dei migranti. Nel caso specifico della Shelabayeva, secondo i dirigenti della Questura la dissidente non avrebbe mai manifestato alcun timore in caso di rimpatrio, né avrebbe avuto intenzione di chiedere asilo: una ricostruzione dei fatti messa in dubbio dai legali della donna, secondo i quali nel corso dell’operazione sarebbe stato impedito proprio l’accesso alla procedura di asilo.

«Occorre ricordare», chiosano gli esperti dell’associazione, «che anche senza la presentazione di una domanda di asilo le autorità italiane hanno sempre l’obbligo di non adottare né eseguire espulsioni verso Paesi in cui le persone coinvolte potrebbero essere oggetto di persecuzione».

«L’intera operazione», conclude la nota, «mette in luce con lacerante chiarezza quanto sia fragile nel nostro Paese il sistema che regola l’accesso alla protezione internazionale e quanto i diritti degli stranieri siano del tutto non tutelati. Una profonda riforma delle attuali norme sulle espulsioni costituisce un obiettivo urgente ed indifferibile affinché casi come quello della signora Shalabayeva non si ripetano».

Fonte: Asgi