Pig Iron

Intervista a Giulio Di Meo

Diletta Gasparo - 23 Novembre 2013

giulio_di_meo_p.iron_012Qual è la storia del progetto? Come sei arrivato in Brasile? Chi sono stati i tuoi compagni di viaggio?

«Pig Iron nasce grazie all’amicizia con il padre comboniano Dario Bossi, alla collaborazione con l’Ong italiana Arcs, al Movimento Sem Terra (Mst) e alla rete Justiça nos Trilhos (Sui Binari della Giustizia), una campagna che tenta di “fare rete” per organizzare, proteggere e potenziare le comunità vittime delle prepotenze della Vale. Ogni anno ho passato qualche mese nel nord-est del Brasile, vivendo con i contadini, girando tra gli accampamenti, avvicinandomi alle loro storie e alla loro realtà. Inoltre, dal 2008, insieme all’Arcs e al Mst, organizzo dei workshop di fotografia sociale in Brasile, con l’obiettivo di avvicinare persone italiane alle lotte portate avanti dai contadini in Sudamerica. Pig Iron nasce dalla scommessa di dimostrare che un’altra fotografia è possibile. Una fotografia che racconta, senza urlare o sconvolgere. Una fotografia accessibile a tutti: attraverso l’autoproduzione siamo riusciti a garantire un prezzo a portata di tutti. Una fotografia concreta, che vuole restituire qualcosa alle comunità e alle persone incontrate».

Lei racconta il dramma di centinaia di persone che hanno avuto l’esistenza stravolta dalla multinazionale Vale.
 Ci sono stati provvedimenti da parte dello Stato? E le persone sono riuscite ad organizzarsi?

«Nessun provvedimento da parte dello stato ma, a fine 2007, un gruppo di movimenti, associazioni e cittadini ha cominciato a chiedersi quale fosse il modo più efficace per cercare di ottenere un giusto indennizzo per i danni causati all’ambiente e alla popolazione. In questo modo, su impulso dei Missionari Comboniani che operano in diverse regioni dello Stato del Maranhão, è nata la campagna internazionale Justiça nos Trilhos. Immediatamente vi hanno aderito molti gruppi e organizzazioni: dal Movimento Sem Terra al Fórum Carajás, dal Grupo de Estudo Gedmma (dell’Università del Maranhão) al Sindicato dos Ferroviarios del Maranhão, Tocantins e Pará. Questi e altri compongono oggi il coordinamento esecutivo e la rete d’azione della campagna, che porta avanti attività di studio e ricerca e si dedica alla formazione e alla mobilitazione delle persone. Justiça nos Trilhos si sviluppa cercando di coinvolgere tutti coloro che possono essere interessati, sia a livello nazionale che internazionale, e prioritariamente i movimenti popolari e la base della popolazione, il mondo accademico e le istituzioni pubbliche locali».

Il progetto Pig Iron prevede che con parte dei ricavi dalla vendita del libro venga destinato ad un progetto teatrale promosso dalla compagnia Juventudes pela Paz. Perché il teatro?

«Pig Iron è nato non solo per raccontare le conseguenze dell’attività della Vale sulla vita di molte persone, ma anche come veicolo attraverso cui realizzare qualcosa di concreto e tangibile per loro. La compagnia teatrale Juventudes pela Paz è formata da un gruppo di giovani del nord-est brasiliano, che visitano le comunità affette dalla Vale e rappresentano le storie delle persone incontrate attraverso il teatro, restituendole alle famiglie di molti villaggi. Si tratta di una piccola esperienza di comunicazione che utilizza il teatro come forma di educazione popolare e di dibattito sul futuro di questi territori. Il teatro, come la fotografia, può essere un mezzo per informare e rendere coscienti le persone rispetto ai conflitti sociali, uno strumento di cambiamento personale, sociale e politico. Anche grazie al contributo di Pig Iron questi giovani potranno continuare ad approfondire e diffondere le gravi violazioni socio-ambientali commesse dalle Vale e potranno continuare i loro spettacoli, in occasione dei quali si realizzano riunioni pubbliche e dibattiti, interviste e denunce, intercambio di gruppi e movimenti sociali».

Diletta Gasparo

Foto: Giulio Di Meo