Firenze

Piazza Dalmazia, due anni dopo

Francesca Materozzi - 16 Dicembre 2013

firenze_piazza_dalmazia_commemorazione_2013_2Una mattina come tante in un mercato di Firenze, c’è una piccola lite. Uno screzio tra un venditore ambulante e un passante. Una cosa da poco che poco dura, poi torna la calma. E invece no, non è un giorno come gli altri. Da lì a poco il passante ritorna e uccide due uomini e ne ferisce un terzo, poi scappa minacciando con l’arma in pungo chiunque cerchi di fermarlo. Poche ore dopo la scena si ripete in un altro mercato, più centrale, quello di San Lorenzo. Anche lì l’uomo spara e ferisce gravemente due uomini. Cerca poi di scappare, ma morirà nel parcheggio sottostante il mercato. In questa mattanza solo una certezza. Le vittime sono tutte senegalesi. Si tratta di Mor Diop e Moudu Samb uccisi e Moustapha Dieng ferito gravemente in piazza Dalmazia e di Mor Sougou e Cheik Mbeng feriti al mercato di San Lorenzo. Dell’omicida ben presto si viene a sapere che è un pistoiese frequentatore di Casa Pound. Era il 13 dicembre 2011.

Dopo questa aggressione razzista ci fu una manifestazione che portò pochi giorni dopo nel capoluogo toscano oltre 18.000 persone. Con i mesi arrivò la cittadinanza per le vittime. Mousthapa Dieng da poco ha lasciato l’ospedale di Careggi ed è stato portato presso la clinica Casa Domotica per disabili gravi. Dopo l’aggressione è rimasto tetraplegico.

Da allora il 13 dicembre non è più un giorno come gli altri. Quest’anno come l’anno passato ci sono state varie iniziative che hanno voluto ricordare questa aggressione razzista e fascista.

Gli eventi più impegnativi sono stati organizzati a livello istituzionale. Infatti, l’Associazione Senegalesi di Firenze e Provincia con la Regione Toscana, la Provincia e il Comune di Firenze in collaborazione con Arci Cgil, Cospe, Casto, Istituto Francese e la fondazione Un Cuore si Scioglie hanno promosso dal 11 al 15 dicembre mostre di pittura e scultura, proiezione di un film senegalese, cene e feste con abiti tradizionali oltre che un convegno e un presidio (con altre associazioni) per il 13 stesso.

Nel giorno della strage si sono concentrate le manifestazioni maggiori. Dalle 11.30 alle 13 in piazza Dalmazia è stato indetto un presidio da varie realtà associative a cui hanno partecipato cittadini, associazioni e politici, tra cui il ministro Cécile Kyenge. Il pomeriggio, nel Palazzo Sagrati Strozzi, veniva svolta la seconda edizione del convegno Rispetto e Dignità, No al Razzismo e alla Xenofobia a cui hanno partecipato, oltre al ministro, i rappresentanti delle Istituzioni, l’ambasciatrice del Senegal e altre personalità. In una sala bella e gremita, ma oggettivamente piccola, c’era un folto pubblico tra senegalesi e rappresentanti politici e di associazioni. Tra gli interventi è stato molto toccante quello di Mor, una delle vittime. Il tema della lotta al fascismo è stato riportato da un partigiano che con rappresentanti della Firenze Antifascista ha chiesto di intervenire leggendo una lunga lettera. Infatti, mentre nel palazzo c’era il convengo, lungo le vie del centro scorreva il corteo dei centri sociali e della Firenze Antifascista.

La serata si è conclusa all’Auditorium Stensen dove è stato proiettato in anteprima nazionale il documentario Va pensiero – storie ambulanti di Dagmawi Yimer. La serata organizzata dall’Archivio delle Memorie Migranti in collaborazione con la fondazione Stensen, le associazioni dei Familiari delle Vittime di Piazza Dalmazia, Prendiamo la Parola, Rete Antirazzista, Comitato Primo Marzo Firenze e Arci. Nel lungometraggio che ha tra i suoi protagonisti Mor Sougou e Cheik Mbeng oltre che Mohamed Bah, anche lui vittima di un attacco razzista a Milano, viene narrato il dopo aggressione, come si vive e reagisce dopo un fatto tanto grave. Molta gente ha partecipato alla proiezione e alla fine il pubblico si è alzato in piedi sciogliendosi in un lungo ed emozionante applauso. Tra i presenti, un’instancabile ministra Kyenge che alla fine ha parlato dal palco con il regista e i protagonisti del documentario. La serata ha avuto il patrocinio della Regione Toscana.

In tanto impegno profuso però, due note stonate c’erano. In realtà si sono visti poco i cittadini che non fanno parte di ambiti associativi, movimentisti, istituzionali e politici. Non perché i fiorentini siano insensibili, anzi, tutt’altro, sono stati molto toccati dalla strage, ma per motivi che andrebbero ricercati e capiti, tanto nel 2012 come quest’anno, non sono stati molto partecipi. La seconda impressione che si può ricavare da queste giornate è che forse in tante iniziative: mostre, proiezioni, convegni, feste, cene, presidi, manifestazioni, si rischia di perdere il senso del motivo per cui eravamo a ricordare questa tragica ricorrenza.

Francesca Materozzi