Integrazione

Le vere strade sicure

- 27 Gennaio 2014

È stato presentato il 21 gennaio, a Palazzo Chigi, dalla ministra per l’Integrazione Cécile Kyenge, il progetto Drive in Italy realizzato dalla Fondazione Ania (Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici). Si tratta di un progetto di educazione stradale rivolto soprattutto ai cittadini immigrati, una piattaforma e-learning come percorso formativo online, per imparare le regole del codice della strada e mille corsi di guida sicura. Alla presentazione era presente anche il Presidente di Ania, Aldo Minucci. Il progetto, totalmente gratuito, è destinato agli immigrati che hanno una patente di guida valida in Italia, ed è disponibile, oltre che in italiano, nelle lingue maggiormente parlate dagli stranieri, cioè inglese, rumeno, albanese, cinese e arabo. L’iniziativa ha l’obiettivo di sensibilizzare sui comportamenti di guida corretti. Ania conta di coinvolgere nel progetto 20-30 mila persone. Ai mille più meritevoli tra coloro che avranno superato positivamente il corso online, sarà data la possibilità di accedere a corsi di guida sicura, in cui vengono insegnate tecniche per affrontare situazioni di rischio sulla strada. Corsi che, secondo Ania, dovrebbero fare anche gli italiani, soprattutto i giovani, perché se è vero che negli ultimi anni gli incidenti sono diminuiti, «La media generale di 10 morti al giorno sulle strade è un bollettino di guerra», ha dichiarato Kyenge. Gli stranieri però, secondo i dati forniti dalla Fondazione, hanno un tasso di incidentalità più alto degli italiani: da qui la necessità di rivolgersi a questo target preciso, per far diminuire gli incidenti ma anche per “agevolare l’integrazione”, hanno sottolineato il ministro e il presidente Ania. Minucci ha respinto le accuse alle compagnie assicurative di discriminare gli stranieri praticando prezzi più alti per l’Rc auto: «l’unico criterio che muove le compagnie – ha spiegato – è la rischiosità del soggetto, e statisticamente l’indice di sinistralità è più alto tra gli immigrati che tra gli italiani e per questo le tariffe sono più elevate, così come sono più elevate in alcune zone dell’Italia rispetto ad altre». Spesso, ha aggiunto, «gli stranieri hanno la patente del loro Paese di origine, ottenuta in base a regole diverse dalle nostre e con un tipo di traffico e di strade differenti. C’è un gap di informazione e formazione sulle nostre regole e sulle condizioni delle nostre strade». Il dato esposto da Ania, per quanto incontrovertibile, andrebbe meglio indagato. Risultano circa 2 milioni gli incidenti stradali che si verificano ogni anno in Italia, di questi circa 900 mila vedrebbero coinvolti cittadini stranieri. Mancano illustrazioni disaggregate per sapere in quanti fra i 900 mila sono responsabili o vittime di tali incidenti e quali sono i Paesi di provenienza, se si tiene conto della forte presenza turistica in Italia. Per favorire la conoscenza del nostro Paese, il corso è stato sviluppato lungo un tour che farà tappa in 12 città italiane.