In questo numero

Disintegrazione

Stefania Ragusa - 24 Febbraio 2014

Senza in verità nutrire troppe speranze, la scorsa settimana avevamo lanciato il nostro appello: che il nuovo inquilino di Palazzo Chigi mantenesse e rafforzasse, dotandolo di poteri reali, il dicastero dell’Integrazione. Le cose sono andate assai diversamente. L’Integrazione, come le Pari Opportunità (ma anche i Rapporti con l’Europa), sono state rapidamente rottamate. Quali scenari si aprano adesso, che cosa si salverà del lavoro fatto fino ad ora, ovviamente non siamo in grado di dirlo. Ma che l’Italia debba decidersi a cambiare sguardo sul tema immigrazione, passando da un’ottica amministrativa ed emergenziale ad una culturale e politica, nel significato vero e nobile di questa parola, ci sembra incontestabile. Di questo e altro parlano questa settimana Sergio Bontempelli e Francesca Materozzi, in un articolo scritto a quattro mani.

L’apertura, curata da Stefano Galieni, è dedicata invece a un sistema poco noto e molto discutibile a cui vari stati europei stanno ricorrendo per evitare la bancarotta: la vendita (a prezzi esosi) delle cittadinanze. Succede a Malta, Cipro, in Bulgaria. Altrove (Irlanda e Spagna, per esempio) si fa la stessa cosa ma limitandosi al permesso di residenza. Singolare, davvero, che gli strenui difensori delle radici cristiane dell’Europa di fronte a questo commercio siano rimasti fermi. Le radici, evidentemente, sono minacciate solo dai migranti poco abbienti.

Mancano pochi giorni al Primo Marzo (giunto alla sua quinta edizione). Francesca Materozzi ci ricorda come, quando e perché questa data sia diventata rilevante nella galassia antirazzista e ci segnala gli eventi organizzati in alcune città d’Italia.
Eleonora Corace, da Messina, ci racconta come al PalaNebiolo la malaccoglienza continui, nonostante le bocciature della Asl.
Amalia Chiovaro ci parla di Sarah e delle altre “strane donne“, imprenditrici migranti, che hanno scelto di investire nel nostro Paese.

Daniele Barbieri ci propone una Scor-data particolarmente amara e utile da tenere in memoria: il 28 febbraio 2003, quando l’Italia, in modo davvero incomprensibile e sola contro tutti, ha bloccato a Bruxelles l’adozione in seno al Consiglio dei ministri dell’Ue del pacchetto di misure destinata ad armonizzare a livello europeo le norme e le sanzioni in materia di lotta al razzismo e alla xenofobia.
Sergio Bontempelli, per i suoi Rom-Anzi, si focalizza sull’anomala situazione ungherese e sul razzismo di stato antitzigano.

La sottoscritta, infine, ha avuto il piacere e l’onore di intervistare una delle nostre collaboratrici di punta, Alessandra Ballerini, in occasione della presentazione milanese del suo libro, La vita ti sia lieve.

È tutto. Buona lettura e buona settimana!

Stefania Ragusa
direttore@corrieredellemigrazioni.it