Bocciature internazionali

Asilo in Italia? Meglio di no

- 17 Marzo 2014

Il Commissario per i Diritti umani del Consiglio europeo: «Non rimandate i richiedenti asilo in Italia. Il sistema è sovraffollato e degradante». Lo ha detto Nils Muižnieks, Commissario per i Diritti umani del Consiglio europeo, che in Italia dal 12 al 14 marzo 2014 ha incontrato autorità e Ong italiane per parlare di diritti umani. In una recente conferenza presso l’Istituto per i Diritti umani, presso la facoltà di giurisprudenza dell’University College di London su “Protezione dei rifugiati, immigrazione e Diritti umani in Europa”, il Commissario ha chiesto agli Stati dell’Unione europea di non rimandare i rifugiati siriani nei paesi dell’Unione i cui sistemi di accoglienza non funzionano, in particolare in Bulgaria, Grecia, Italia e Malta.

Anche i rappresentanti dell’Asgi hanno incontrato il Commissario per aggiornarlo sulla situazione italiana. Solo qualche settimana fa la Corte suprema inglese aveva affermato che il rimpatrio di una persona da un paese del Consiglio europeo ad un altro è contrario alla Convenzione europea per i Diritti dell’Uomo. L’Asgi attraverso l’avvocata. Loredana Leo dall’Italia ha contribuito attivamente, fornendo ai richiedenti asilo in Gran Bretagna documenti utili a provare che le condizioni del Sistema Asilo in Italia sono critiche, così come esposto in una relazione del 2012 sugli Aspetti critici del sistema di protezione internazionale in Italia. «Abbiamo descritto al Commissario europeo le difficoltà che devono affrontare i migranti per chiedere asilo in Italia e come cerchiamo di migliorare la situazione attraverso le nostre azioni di advocacy verso le autorità politiche italiane e i nostri progetti» ha affermato Loredana Leo. «Asgi sta avviando un nuovo progetto per monitorare il sistema italiano di protezione internazionale. Vogliamo spingere le autorità a prendere immediatamente misure per migliorare le condizioni degradanti in cui sono costretti i richiedenti asilo nei paesi europei, al fine di assicurare più rispetto per i diritti delle persone bisognose di protezione internazionale».