Informazione

Direttori, responsabili e stranieri

- 17 Marzo 2014

La norma che stabilisce che per dirigere un giornale ci voglia la cittadinanza italiana va abrogata. Lo dice il ministero di Grazie a Giustizia.

Il 21 marzo, Giornata mondiale contro il razzismo, si avvicina e l’Ansi (Associazione nazionale Stampa interculturale, gruppo di specializzazione dell’Fnsi) vuole una vittoria piena contro la discriminazione verso i giornalisti di passaporto straniero. Nei giorni scorsi l’associazione nazionale di giornalisti di origine straniera aveva ottenuto il risultato più importante dall’inizio, nel 2010, della sua Campagna per la modifica dell’articolo 3 della legge sulla Stampa: il parere del ministero di Giustizia dove finalmente si riconosceva ufficialmente che la norma dell’articolo 3 sui direttori responsabili esclusivamente italiani andava considerata “abrogata per incompatibilità con il d.lgs. 286/98”.

«La risposta del ministero rappresenta una nostra vittoria importante – ha dichiarato Paula Baudet Vivanco, segretaria nazionale di Ansi – ma ora è necessario che tutti i Tribunali applichino fino in fondo il parere. A partire dalle informazioni e dalla documentazione da dare ai giornalisti stranieri per la registrazione di giornali presso i Tribunali, che devono essere conformi alla circolare ministeriale. Per evitare che ad un altro collega venga impedito di esercitare in pieno la propria professione, come accaduto nel 2011 alla nostra socia Domenica Canchano». Alla fine del 2011 dopo una riunione organizzata da Ansi presso l’Unar (Ufficio nazionale contro le discriminazioni razziste) era stato richiesto ufficialmente al presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, di sollecitare il parere del ministero di Giustizia sulla discriminazione contro i direttori responsabili di passaporto straniero presente nella legge sulla Stampa. Questo alla luce del parere favorevole dato nel settembre 2011 dall’Unar ad Ansi proprio sul caso della sua socia Domenica Canchano, iscritta all’Ordine dei giornalisti della Liguria, elenco pubblicisti, che non aveva potuto registrare una testata presso il Tribunale di Genova. Convinti dell’importanza del pronunciamento autorevole dell’Unar e sostenuti dall’Ordine dei giornalisti e dalla presidenza dell’Fnsi, Ansi si era anche rivolta all’allora ministra per l’Integrazione, Cécile Kyenge, che ne aveva preso atto nel suo schema di ddl contro le norme discriminatorie (20 gennaio 2014), e al parlamentare Khalid Chaouki, che su richiesta di Ansi aveva contattato anche il sottosegretario all’Editoria.

Per la presidente di Ansi, Viorica Nechifor, «Il nostro compito è ora monitorare l’applicazione del parere ministeriale e quindi sollecitiamo tutti i colleghi a contattarci in caso di ostacoli. Ringraziamo il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e in particolare la sua Presidenza, per aver continuato negli anni, su nostra richiesta, a sollecitare il parere del ministero di Giustizia che superasse la discriminazione, come già indicato dall’Unar».

Comunicato Stampa dell’Ansi