Cie

Gradisca ultimo atto?

- 30 Maggio 2014

Potrebbe, il condizionale è d’obbligo, essere davvero giunta la parola fine per il Cie di Gradisca d’Isonzo. È quanto emerso dalla riunione del 28 maggio del Comitato Schengen tenutasi alla Camera, quando il ministro dell’Interno Angelino Alfano, rispondendo ad un interrogazione del parlamentare Giorgio Brandolin, ha affermato: «Il Cie non riaprirà se dal territorio verrà confermata la contrarietà a tale struttura». Dal territorio, Regione, Comune e Provincia, da sempre sono state espresse fortissime contrarietà alla sopravvivenza del centro che, inaugurato nel 2006, è stato perennemente al centro di polemiche, violenze, fughe, tentativi di suicidio, insomma di quelle che sono le cronache quotidiane dei Cie. Come già riportato, ad agosto le rivolte avevano portato a repressioni violentissime; uno dei trattenuti, cadendo dal tetto della struttura era caduto in un lungo coma rivelatosi presto irreversibile. Majid, così si chiamava l’uomo, è deceduto in ospedale poche settimane fa. A seguito di quelle violenze, gli attivisti della Tenda per la Pace e i Diritti, la Campagna LasciateCIEntrare, avvocati, esponenti politici e associazioni avevano presentato un esposto alla procura della Repubblica di Gorizia il 12 maggio scorso per denunciare tali accadimenti. Il Cie, nel frattempo, era stato svuotato a novembre scorso e le voci di corridoio davano per probabile la trasformazione di tutta la struttura in un unico Cara. Poi il verdetto che si spera non venga smentito (ufficialmente erano stati stanziati già 800 mila euro per la sua ristrutturazione e riapertura) ma evidentemente anche l’esposto a pesato. Lo stesso neo prefetto di Gorizia, Vittorio Zappalorto ha confermato le indicazioni provenienti dal Viminale: «Sono da tempo ben note le indicazioni emerse dall’isontino nei confronti della struttura». Ha dichiarato. In attesa di ulteriori notizie di conferma alla Tenda per la Pace e i Diritti vorrebbero organizzare una giornata di festa per tutti coloro che si sono, negli anni, battuti contro quel mostro a ridosso della Statale, che potrebbe presto divenire un monumento alla memoria di un fosco passato.