MEDU

La residenza impossibile

- 17 Giugno 2014

Uno dei diritti fondamentali di una persona è quello di potersi fare l’iscrizione anagrafica nel luogo da lui scelto come dimora abituale, in altre parole prendere la residenza. Questo diritto, che sembra elementare, diventa fondamentale nella misura in cui rende possibile l’accesso alla maggior parte dei diritti sociali. Sembra però diventare sempre più difficile da ottenere proprio per quelle fasce che ne avrebbero più bisogno. Le misure prese dal Piano Casa all’art. 5, denuncia Medu (Medici per i Diritti Umani) in un comunicato stampa del 4 giugno, negano la possibilità d’iscrizione anagrafica per coloro che occupano un immobile. Il comunicato si focalizza sulla città di Firenze dove tale negazione era già precedentemente attuata dal comune. Dal loro punto di osservazione, Medu ha potuto vedere che l’insufficienza del sistema di accoglienza di fatto penalizzi molti richiedenti asilo e destinatari di protezione internazionale, che già da anni vivono in condizione di precarietà abitativa. Questa misura contenuta nel Piano andrebbe quindi a istituzionalizzare e generalizzare tale pratica creando problemi anche nella banale iscrizione al Sistema Sanitario Regionale. Ciò rendendo ancora più critica la situazione, in particolare per le categorie dei così detti vulnerabili come portatori di handicap, malati cronici, persone affette da gravi disturbi mentali.

A Firenze le persone attualmente in occupazione sarebbero circa 250, molti dei quali senza tessera sanitaria e iscrizione anagrafica. Dei 170 rifugiati assistiti dall’unità mobile di Medu, negli ultimi 6 mesi che si trovano in questa situazione, circa il 50% non risulta iscritto al Servizio sanitario regionale e il 74,4% risulta privo di residenza, mentre solamente il 17,9% è in possesso di iscrizione anagrafica a Firenze grazie al sostegno di parenti o amici. A Roma la situazione sarebbe nettamente peggiore, in quanto ci sarebbero circa 2.000 persone in tale condizione di precarietà abitativa. Tale condizione non sarebbe dannosa solo per i migranti, ma non permette neanche ai servizi sociali e sanitari di avere il necessario controllo di quella che è la situazione del territorio. Situazione tanto più critica adesso che al di là dei proclami ottimistici la ripresa dalla crisi economica ancora non si avverte. Medu si unisce quindi all’appello dell’Unhcr (alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite) nel chiedere che l’iscrizione anagrafica venga garantita a chi vive in occupazione.