Il Consiglio d’Europa richiama i governi europei a valutare attentamente l’impatto delle politiche migratorie esterne sui diritti umani di migranti e rifugiati
Strasburgo, 4 settembre 2025 – Il Consiglio d’Europa rimarca con fermezza l’importanza di una cooperazione esterna in materia di asilo e migrazione che rispetti pienamente i diritti umani. In un nuovo rapporto pubblicato oggi, il commissario per i diritti umani, Michael O’Flaherty, sottolinea i rischi insiti nelle politiche di esternalizzazione adottate da diversi governi europei, evidenziando la necessità di un’attenta valutazione del loro impatto sui diritti fondamentali di migranti e rifugiati.
La cooperazione esterna tra Stati: necessità e rischi
Secondo O’Flaherty, la cooperazione con altri Paesi in ambito migratorio e di asilo rappresenta, in certi casi, un’attività legittima e talvolta necessaria per gli Stati. Tuttavia, l’attuazione di queste politiche deve avvenire senza compromettere la dignità e la sicurezza delle persone coinvolte. Il commissario evidenzia come, in alcune situazioni, i modelli di esternalizzazione possano incorporare di per sé rischi di violazione dei diritti umani, spesso utilizzati per scoraggiare l’arrivo di migranti e rifugiati, esponendo donne, uomini e bambini a gravi danni e sofferenze prolungate.
Il ruolo del Consiglio d’Europa nella tutela dei diritti umani
Il Consiglio d’Europa, con sede a Strasburgo, è l’organizzazione internazionale che si impegna a promuovere la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto nei 46 Stati membri. Fondato nel 1949, il Consiglio funge da custode dei valori europei condivisi, intervenendo per prevenire violazioni e garantire la protezione dei diritti fondamentali. Attraverso strumenti come la Corte europea dei diritti dell’uomo, il Consiglio monitora e promuove il rispetto delle norme internazionali, inclusi i diritti di migranti e rifugiati.
Il nuovo rapporto di O’Flaherty rappresenta un richiamo urgente affinché le politiche di esternalizzazione migratoria siano concepite nel pieno rispetto della normativa sui diritti umani, evitando che strategie di deterrenza si traducano in violenze o abusi sistematici.