Le truffe con i pagamenti contact less in aumento. Cosa fare e come proteggersi?-corrieredellemigrazioni.it
Sempre più casi di transazioni non autorizzate: il pericolo arriva da dispositivi portatili camuffati.
La comodità dei pagamenti contactless, ormai parte della vita quotidiana, nasconde una minaccia sempre più diffusa. Mentre milioni di italiani avvicinano ogni giorno carte e smartphone ai terminali per pagare un caffè o fare la spesa, truffatori sempre più ingegnosi sfruttano la stessa tecnologia per rubare denaro senza lasciare traccia. I furti contactless si moltiplicano, e in molti casi avvengono senza che la vittima se ne accorga.
Il meccanismo è semplice, e proprio per questo insidioso. Basta un POS portatile modificato, nascosto in una borsa o in una giacca, e il truffatore può avvicinarsi a pochi centimetri dalla tasca o dalla borsa della vittima per attivare un pagamento, spesso di piccolo importo, che non richiede l’inserimento del PIN. È il borseggio del nuovo millennio, un’evoluzione digitale che sfrutta la tecnologia NFC o RFID per colpire in silenzio. E non è l’unico metodo. Esistono anche forme più complesse, come lo skimming, che intercettano i dati della carta tramite dispositivi applicati agli sportelli bancomat, o le classiche transazioni non autorizzate con carte rubate.
Tra le armi più efficaci contro i furti contactless ci sono proprio gli strumenti digitali messi a disposizione dai produttori di smartphone. Google Wallet, Apple Pay e Samsung Pay offrono un vantaggio chiave: non trasmettono mai il numero reale della carta. Ogni transazione viene effettuata attraverso un codice univoco temporaneo, e per essere completata richiede l’autenticazione dell’utente: impronta digitale, riconoscimento facciale o codice personale.
Chi utilizza un wallet digitale può dunque evitare il rischio di attivazione involontaria di pagamenti a distanza. Senza lo sblocco del telefono, infatti, il sistema NFC resta inattivo, rendendo impossibile il prelievo fraudolento da parte di un POS pirata. Per molti, questo rappresenta già una soluzione sufficiente: lasciare a casa la carta contactless e affidarsi esclusivamente allo smartphone può ridurre in modo drastico i pericoli legati alle transazioni non autorizzate.
Naturalmente, la sicurezza dipende anche da come viene gestito il dispositivo. Impostare un blocco schermo sicuro, mantenere aggiornato il sistema operativo e non condividere mai le credenziali di sblocco sono abitudini da adottare sempre. Il rischio non scompare del tutto, ma si abbassa in modo significativo.
Accanto ai sistemi digitali, anche le funzionalità delle app bancarie possono diventare alleate preziose. Molti istituti permettono di ricevere notifiche in tempo reale per ogni movimento effettuato con la carta o il wallet. Una transazione anomala può essere individuata all’istante, bloccata, e segnalata alla banca. Gli alert via SMS o push diventano quindi strumenti fondamentali per accorgersi subito di un furto invisibile.
Le truffe contactless non sono però l’unico rischio. Alcuni attacchi avvengono ancora agli sportelli automatici, con tecniche ormai note ma non per questo meno pericolose. Lo skimming, ad esempio, consiste nell’applicare dispositivi illegali agli ATM per copiare i dati della carta. Per questo motivo è importante verificare sempre il bancomat prima di inserire la tessera: controllare che non ci siano elementi mobili sospetti, mascherine fuori posto o piccole videocamere puntate sul tastierino. Anche un gesto semplice come coprire la mano mentre si digita il PIN può fare la differenza.
Aumentano inoltre i casi in cui POS portatili non autorizzati vengono impiegati in luoghi affollati, fiere, mercatini o mezzi pubblici. Bastano pochi secondi e il truffatore ha già avvicinato il lettore alla borsa o alla giacca di qualcuno. Le micro-transazioni, spesso inferiori ai 25 euro, passano inosservate e non vengono segnalate se non si controllano regolarmente i movimenti.