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L’isola di Creta sta vivendo un aumento significativo degli sbarchi di migranti provenienti dalla Libia, con oltre 1.400 persone arrivate solo negli ultimi due giorni. Nel mese di giugno, gli sbarchi hanno raggiunto un numero record di 2.564, circa la metà di tutti gli arrivi registrati nel 2024, che ammontavano a 4.820. La maggior parte dei migranti soccorsi sono uomini provenienti principalmente da Egitto, Sudan, Bangladesh e Pakistan, secondo quanto riportato dal quotidiano greco Kathimerini.
L’incremento del fenomeno migratorio è strettamente collegato agli intensi incontri diplomatici tra Grecia e Libia in corso in questi giorni. Secondo Konstantinos Filis, direttore dell’Istituto di Affari Internazionali e docente presso l’American College of Greece, le ondate migratorie rappresentano una forma di pressione politica. “L’obiettivo è esercitare pressione sulla Grecia e sull’Unione Europea per ottenere condizioni più favorevoli nei negoziati e maggiori finanziamenti europei”, ha dichiarato Filis a Kathimerini.
Domenica scorsa, il ministro degli Esteri greco Giorgos Gerapetritis si è recato a Bengasi, in Libia, per un incontro con il generale Haftar. Oggi, invece, il ministro dell’Immigrazione ellenico Thanos Plevris si recherà in Libia insieme al commissario europeo per l’Immigrazione e gli Affari Interni, Magnus Brunner, e ai ministri degli Interni di Italia e Malta, con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione bilaterale nel settore migratorio, come riportato dall’agenzia Ana-mpa.
Attualmente, Creta non dispone di strutture adeguate per l’accoglienza dei richiedenti asilo. Centinaia di migranti sono costretti a rimanere ore sotto il sole cocente nel porto di Retimo, senza un luogo idoneo dove sostare. Inizialmente, i migranti venivano trasportati verso un centro di accoglienza temporaneo situato in un palazzetto ad Agià, vicino a Canea, ma la struttura è stata rifiutata perché già satura.
Dopo lo sbarco, i migranti vengono trasferiti nei campi per richiedenti asilo del continente greco, ma il trasferimento è ritardato di diversi giorni a causa della difficoltà nel trovare posti sui traghetti di linea, complice la stagione turistica. Questa situazione accentua la pressione sull’isola e complica ulteriormente la gestione dell’emergenza migratoria a Creta.