Estate 2025, boom di casi West Nile: dove si rischia di più e come proteggersi

Allarme West Nile

Aumentano in Italia i casi di West Nile ma cosa sappiamo davvero?-corrieredellemigrazioni.it

Franco Vallesi

Agosto 12, 2025

Dall’aumento dei casi nell’estate 2025 ai sintomi da monitorare, ecco cosa sapere sul virus del Nilo e sulle misure per ridurre il rischio di contagio.

Negli ultimi mesi, il West Nile Virus sta mostrando una diffusione più ampia sul territorio italiano, con particolare incidenza nelle aree rurali e periurbane. L’infezione, trasmessa principalmente da zanzare del genere Culex, è stata rilevata in diverse regioni, spingendo le autorità sanitarie ad attivare piani straordinari di monitoraggio. Gli uccelli selvatici fungono da serbatoio naturale, mentre esseri umani e cavalli sono considerati ospiti accidentali: possono ammalarsi ma non trasmettere il virus ad altri.
Identificato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nella regione del West Nile, il patogeno tende a circolare soprattutto nei mesi caldi, tra luglio e ottobre, quando le condizioni ambientali favoriscono la proliferazione delle zanzare.

Come avviene la trasmissione e quali sono i sintomi da tenere sotto controllo

La trasmissione avviene tramite la puntura di zanzare infette, che hanno acquisito il virus pungendo uccelli portatori. In Italia, il vettore principale è la Culex pipiens, attiva soprattutto nelle ore serali e notturne. Non esistono caratteristiche visibili che distinguano la puntura di una zanzara infetta da una comune: il riconoscimento si basa esclusivamente sulla comparsa di sintomi nei giorni successivi.

Zanzara
La zanzara sarebbe il vettore dell’infezione. Cosa fare e quando rivolgersi al medico-corrieredellemigrazioni.it

Il periodo di incubazione varia da 2 a 14 giorni. La maggior parte delle persone infette non manifesta alcun segno clinico, ma circa il 20% sviluppa la febbre West Nile, caratterizzata da febbre moderata o alta, dolori muscolari diffusi, mal di testa persistente, stanchezza marcata, nausea, vomito e, in alcuni casi, eruzioni cutanee sul tronco e sugli arti. Nei soggetti anziani o con patologie croniche, l’infezione può evolvere in forme neuroinvasive, con sintomi come rigidità nucale, tremori, disturbi dell’equilibrio, confusione mentale e convulsioni. Le forme gravi sono rare ma possono essere letali senza un intervento medico tempestivo.
Nei casi neuroinvasivi, la gestione avviene in ambito ospedaliero con terapie di supporto. Non esiste un trattamento antivirale specifico, ma una diagnosi precoce permette di limitare i danni neurologici e ridurre il rischio di esiti permanenti.

Prevenzione e strategie di contenimento sul territorio

Le misure di prevenzione si concentrano sulla riduzione dei contatti con le zanzare vettori e sulla limitazione della loro proliferazione. A livello individuale, le raccomandazioni includono l’uso di repellenti cutanei, l’adozione di abbigliamento lungo e chiaro, l’installazione di zanzariere e l’eliminazione di acqua stagnante in giardini, terrazzi e cortili.
Sul piano pubblico, diversi comuni hanno avviato interventi straordinari di disinfestazione e potenziato la sorveglianza veterinaria, monitorando uccelli, cavalli e popolazioni di zanzare. Il Ministero della Salute coordina la raccolta dei dati e aggiorna periodicamente le mappe di rischio.
Per le aree con maggiore incidenza, vengono applicate misure aggiuntive come la sospensione temporanea di donazioni di sangue da parte di residenti o persone che hanno soggiornato in zone colpite, al fine di prevenire la trasmissione trasfusionale.

La collaborazione tra cittadini e autorità sanitarie è fondamentale: segnalare la presenza di ristagni d’acqua, adottare protezioni individuali e seguire le indicazioni ufficiali contribuisce a contenere la diffusione del virus. L’esperienza delle ultime stagioni ha dimostrato che la prevenzione resta la strategia più efficace, riducendo sia il numero di casi sia la probabilità di forme gravi.

Change privacy settings
×