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Atene, 23 giugno 2025 – Il governo greco ha annunciato una nuova strategia per contrastare il crescente fenomeno della migrazione clandestina proveniente dalla Libia. Il primo ministro Kyriakos Mitsotakis, nel corso di un colloquio con il presidente della Repubblica ellenica Kōnstantínos Tasoúlas, ha confermato la decisione di inviare unità navali della Marina greca al di fuori delle acque territoriali libiche.
La decisione di Atene: un segnale chiaro ai trafficanti
Secondo quanto riportato dall’emittente statale Ert, Mitsotakis ha spiegato che questa misura vuole essere preventiva e deterrente, inviando un messaggio inequivocabile: “Non saranno i trafficanti a decidere chi può entrare nel nostro territorio”. La presenza navale si svolgerà in collaborazione con le autorità libiche e le altre forze europee, con l’obiettivo di arginare i flussi migratori irregolari diretti verso le coste greche.
Il premier ha definito “preoccupante” l’aumento dei flussi migratori clandestini dalla Libia verso l’isola di Creta, sottolineando come le condizioni meteorologiche favorevoli degli ultimi giorni abbiano incentivato un incremento degli sbarchi. Dall’inizio del 2025, infatti, circa 7mila persone sono approdate a Creta, a fronte delle circa 5mila dell’intero 2024, con oltre 2mila migranti solo nel mese di giugno.
Creta al centro di una nuova rotta migratoria
L’isola di Creta è diventata un punto nevralgico per i migranti che salpano soprattutto da Tobruk, in Libia, provenienti da paesi come Egitto, Sudan, Pakistan ed Eritrea. Le imbarcazioni, spesso pescherecci, lanciano richieste di soccorso a largo delle coste meridionali cretesi e vicino all’isola di Gavdos, che dipende amministrativamente da Creta.
Mitsotakis ha anticipato che solleverà la questione al prossimo Consiglio europeo, auspicando che le conclusioni rispecchino pienamente le posizioni greche. Tale iniziativa si inserisce nel più ampio contesto delle politiche migratorie adottate dalla Grecia, che negli ultimi anni ha assunto un ruolo chiave nella protezione delle frontiere esterne dell’Unione Europea.