Grecia, via libera a legge che inasprisce le pene per i migranti irregolari

Il ministro dell’Immigrazione Thanos Plevris

Il ministro dell’Immigrazione Thanos Plevris | EPA/ORESTIS PANAGIOTOU - Corrieredellemigrazioni.it

Redazione

Settembre 3, 2025

Nuova legge approvata dal Parlamento greco introduce pene detentive e multe elevate per i migranti senza documenti suscitando forti polemiche tra maggioranza e opposizione

Atene, 3 settembre 2025 – Il Parlamento greco ha varato una legge che inasprisce significativamente le misure contro i migranti irregolari, rafforzando il regime di rimpatrio e introducendo pene detentive per chi soggiorna illegalmente nel Paese. La normativa, approvata grazie alla maggioranza composta dal partito conservatore di governo Nea Dimokratia, dall’ultraconservatore Niki e da alcuni deputati indipendenti di estrema destra, ha scatenato un acceso dibattito politico e sociale.

Le nuove norme sul soggiorno irregolare e il rimpatrio

Secondo quanto reso noto dal Ministero dell’Immigrazione greco, chiunque si trovi sul territorio nazionale senza diritto all’asilo e senza documenti validi dovrà essere sottoposto a rimpatrio o detenuto per un periodo minimo di 24 mesi. Inoltre, la legge prevede una multa di almeno 5.000 euro per i trasgressori. Il soggiorno illegale viene ora criminalizzato, con pene detentive che vanno da due a cinque anni, segnando un giro di vite rispetto alle precedenti disposizioni.

Un altro punto rilevante della legge è l’abolizione della possibilità, finora prevista, per i migranti irregolari residenti da almeno sette anni di avviare un percorso di regolarizzazione. Il ministro dell’Immigrazione Thanos Plevris, figura che ha militato a lungo nell’area dell’estrema destra ellenica prima di aderire a Nea Dimokratia, ha rivendicato il provvedimento definendolo “estremamente dissuasivo” e unico in Europa per la sua severità.

Reazioni politiche e sociali

La nuova legge ha incontrato critiche feroci da parte delle forze di opposizione di sinistra. Il Pasok, partito socialista, ha bollato la normativa come “illogica” e “inapplicabile”. Syriza e il Partito Comunista (Kke) hanno definito il provvedimento “razzista” e “vergognoso”, sottolineando come esso possa aggravare le condizioni di vita dei migranti e alimentare tensioni sociali.

Il dibattito interno è ulteriormente complicato dal clima politico nazionale: il partito di governo Nea Dimokratia, con un orientamento conservatore e nazionalista, continua a promuovere misure di sicurezza e controllo più rigide, mentre l’opposizione denuncia un arretramento dei diritti fondamentali e un uso strumentale della paura nel discorso politico.

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