ANSA/FRANCESCA RUTA
Due motovedette della classe 400 “Cavallari” saranno cedute alle autorità albanesi entro il 2025 nell’ambito del Protocollo Italia-Albania sulla gestione dei migranti. L’emendamento, presentato dalla relatrice Sara Kelany (FdI), autorizza il Ministero delle infrastrutture alla gestione della cessione
Il governo italiano ha recentemente preso una decisione significativa, cedendo a titolo gratuito due motovedette della classe 400 “Cavallari” alle autorità albanesi. Questa iniziativa rientra nel Protocollo Italia-Albania per la gestione dei migranti, approvato tramite un emendamento presentato dalla deputata Sara Kelany (Fratelli d’Italia). La misura è stata discussa nella commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati e consente al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di trasferire i mezzi, eliminandoli dai registri inventariali del naviglio militare dello Stato.
La decisione di cedere le motovedette si inserisce in un contesto di crescente cooperazione tra Italia e Albania, soprattutto per affrontare la questione dell’immigrazione nel Mediterraneo. Durante una visita di una delegazione della Guardia Costiera albanese, è emerso l’interesse di Tirana a ricevere queste motovedette, ormai dismesse dalle autorità italiane. La cessione è vista come un passo strategico per potenziare le capacità di pattugliamento delle autorità albanesi, in un periodo in cui le pressioni migratorie nel Mediterraneo sono in aumento.
Secondo la relazione illustrativa, questa operazione non comporterà nuovi oneri per il bilancio statale italiano; al contrario, si prevede un risparmio di circa 270.000 euro, derivante dall’eliminazione delle spese di manutenzione delle motovedette dismesse. È interessante notare che l’Albania si farà carico delle spese di consegna, confermando così l’intenzione di rafforzare le proprie capacità marittime.
Sara Kelany, con un background giuridico e una lunga carriera politica focalizzata sull’immigrazione, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa per la sicurezza delle frontiere albanesi e per la cooperazione regionale. Tuttavia, la decisione ha sollevato interrogativi e preoccupazioni riguardo alla gestione dei flussi migratori e al possibile impatto sulle dinamiche politiche nella regione.
In un contesto più ampio, il trasferimento delle motovedette a Tirana potrebbe essere interpretato come un preludio a politiche più aggressive per il controllo delle frontiere, simile a quanto avvenuto in Libia. Qui, la cooperazione tra Italia e autorità locali ha portato a misure drastiche contro l’immigrazione irregolare. Questo scenario solleva interrogativi non solo sulle modalità operative, ma anche sulla sostenibilità delle politiche migratorie italiane e europee nel Mediterraneo.