ELENA ELEFANTE/ RESQSHIP (@resqship)(ANSA)
Il veliero Nadir, gestito dalla Ong tedesca ResqShip, è stato nuovamente fermato dalle autorità italiane dopo lo sbarco a Lampedusa di 59 migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale. Questa misura rappresenta il secondo blocco subito dall’imbarcazione nel giro di un mese, in un contesto di crescenti tensioni tra le organizzazioni umanitarie e le istituzioni italiane ed europee.
Le autorità italiane hanno notificato al comandante del veliero un verbale di illecito amministrativo, contestando la mancata comunicazione immediata delle operazioni di soccorso alle guardie costiere libica e tunisina, competenti per l’area marina in cui è avvenuto il salvataggio. Inoltre, la Ong è stata accusata di non essersi attenuta alle direttive del Ministero dell’Interno che avevano assegnato Porto Empedocle come porto di sbarco, mentre il Nadir ha sbarcato i migranti a Lampedusa.
La Ong ha replicato alle accuse, dichiarando di aver contattato la guardia costiera libica e tunisina subito dopo la richiesta del centro di coordinamento di Roma e di non essersi mai rifiutata di dirigersi verso Porto Empedocle. Hanno inoltre spiegato che variazioni nelle assegnazioni di porto e preoccupazioni per la sicurezza dei migranti e la possibile separazione di famiglie hanno influenzato le decisioni di sbarco.
ResqShip opera nel Mediterraneo con l’obiettivo di salvare vite umane, intervenendo soprattutto lungo rotte ad alto rischio come quella tunisina, dove il peggioramento della situazione politica e le discriminazioni hanno fatto aumentare le partenze di imbarcazioni precarie e sovraccariche. Il veliero Nadir, lungo 19 metri, è attivo dal 2021 e si occupa principalmente di mettere in sicurezza i naufraghi, fornendo dispositivi galleggianti e giubbotti salvagente, in attesa dell’arrivo della Guardia Costiera.
Riccardo Mori, responsabile del personale di bordo di ResqShip, ha sottolineato come l’organizzazione lavori principalmente con volontari, garantendo equipaggi specializzati e multi-lingue per affrontare le complesse operazioni di soccorso. Mori ha inoltre evidenziato le difficoltà vissute dai migranti, spesso provati da lunghi viaggi e traumi profondi, e la percezione distorta che si ha in Italia rispetto al fenomeno migratorio e alle attività delle Ong.