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Lavoratori migranti, pilastro dell’agroalimentare: oltre 360mila impiegati nel settore in Italia

Bari, 23 giugno 2025 – Nel settore agroalimentare italiano, un comparto fondamentale per l’economia nazionale e la valorizzazione del Made in Italy, i lavoratori migranti svolgono un ruolo cruciale, con un impiego che supera i 362mila addetti stranieri. È quanto emerge dal primo rapporto nazionale “Made in Immigritaly. Terre, colture, culture”, promosso dal centro studi Confronti con il patrocinio della Fai Cisl, che sarà presentato domani a Bari.

I numeri e il ruolo dei lavoratori stranieri nell’agroalimentare

Secondo la Fai Cisl, i dati ufficiali indicano la presenza di quasi 362mila lavoratori stranieri nel settore agricolo e nell’industria alimentare, pari a oltre un terzo della forza lavoro complessiva. Questa quota costituisce il 31,7% delle giornate lavorative registrate nel comparto, ma considerando il lavoro sommerso, la percentuale reale risulta ancora più elevata. I migranti sono fondamentali soprattutto nella raccolta di prodotti stagionali come frutta, verdura e uva, attività che spesso si svolgono in condizioni lavorative difficili. Inoltre, molti stranieri sono impiegati nella filiera industriale agroalimentare, nei processi di trasformazione, confezionamento e distribuzione, dove però permangono forme di precarietà contrattuale e salari bassi.

Provenienza, criticità e politiche di integrazione

I principali Paesi di provenienza dei lavoratori stranieri sono Romania, Marocco, India, Albania e Senegal, con un andamento in crescita per marocchini, indiani e senegalesi. Tuttavia, l’agricoltura rimane il settore più esposto allo sfruttamento, con quasi la metà delle azioni giudiziarie contro il sommerso rivolte al lavoro nei campi, soprattutto nelle regioni del Sud Italia, ma con un aumento anche al Centro-Nord. Le nuove forme di caporalato vedono l’uso di società di copertura e false cooperative.

Il rapporto, che analizza nove casi studio in otto regioni italiane, si propone di evidenziare non solo la quantità ma anche la qualità del contributo dei lavoratori migranti e le sfide per la loro integrazione nella società italiana. Saranno inoltre presentate buone pratiche per promuovere politiche di occupazione dignitosa e inclusiva.

Alla presentazione parteciperanno, tra gli altri, il segretario nazionale della Fai Cisl Onofrio Rota, il segretario generale della Cisl Puglia Antonio Castellucci e il segretario generale della Fai Cisl Puglia Antonio La Fortuna. Il segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota, ha sottolineato come il lavoro degli immigrati nell’agroindustria sia spesso invisibile ma essenziale per il Made in Italy, mentre il presidente del CNEL Renato Brunetta ha evidenziato la necessità di una regolamentazione del fenomeno migratorio per valorizzare questa forza lavoro. Anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha riconosciuto l’importanza di aumentare le quote di flussi migratori regolari e di garantire percorsi formativi adeguati ai lavoratori stranieri.

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Redazione