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La Commissione Europea ha annunciato la chiusura della procedura di infrazione contro l’Ungheria riguardo alla criminalizzazione dell’assistenza legale per i richiedenti protezione internazionale
La recente chiusura della procedura di infrazione da parte della Commissione europea contro l’Ungheria rappresenta un punto di svolta significativo nella gestione delle politiche migratorie nel paese. Questa decisione è stata presa dopo che l’Ungheria ha modificato il proprio codice penale, limitando le sanzioni penali esclusivamente alle condotte fraudolente, in cui un individuo cerca deliberatamente di ingannare le autorità. Tale cambiamento ha portato a una rivalutazione della legislazione ungherese, considerata ora conforme al diritto dell’Unione europea.
Durante un briefing stampa a Bruxelles, un portavoce della Commissione ha sottolineato che la chiusura del caso è stata frutto di un’attenta analisi della nuova legislazione. Questo sviluppo segna una tappa importante nel lungo contenzioso tra l’Unione e il governo ungherese, noto per le sue politiche migratorie restrittive. Negli ultimi anni, l’Ungheria ha affrontato forti critiche per la sua gestione delle questioni migratorie, in particolare riguardo all’assistenza legale fornita ai richiedenti asilo.
Le norme precedenti avevano sollevato preoccupazioni tra le organizzazioni per i diritti umani e le istituzioni europee, che vedevano nella criminalizzazione dell’assistenza legale un potenziale ostacolo all’accesso alla giustizia per i richiedenti asilo. La Commissione europea, in qualità di custode dei trattati europei, ha il compito di garantire che le leggi degli Stati membri siano in linea con le normative comunitarie. La chiusura di questo iter giuridico potrebbe quindi essere vista come un passo verso una maggiore conformità dell’Ungheria alle direttive europee.
Nonostante la chiusura di questa procedura specifica, il contesto politico in Ungheria continua a destare preoccupazioni. L’approccio del governo di Viktor Orbán verso i migranti è stato frequentemente descritto come intransigente, con misure che limitano non solo l’accesso all’asilo, ma anche le possibilità di integrazione per coloro che riescono a ottenere una forma di protezione. La situazione dei diritti umani in Ungheria, quindi, rimane sotto attenta osservazione da parte della comunità internazionale, mentre il dialogo tra Budapest e Bruxelles continua a essere complesso e pieno di sfide.
La chiusura dell’iter contro l’Ungheria rappresenta un passo avanti, ma le critiche sulle politiche migratorie e il trattamento dei richiedenti asilo rimangono una questione aperta e di grande rilevanza per il futuro delle relazioni tra l’Unione europea e il governo ungherese.