
ANSA/GIUSEPPE LAMI
La premier Giorgia Meloni ha rilanciato sui social la battaglia del suo governo contro le irregolarità nel sistema dei permessi di soggiorno, in particolare per quanto riguarda il cosiddetto “click day”. Un anno fa, Meloni aveva presentato un esposto alla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo denunciando presunte gravi irregolarità e da allora sono emerse diverse azioni criminali collegate al traffico illegale di permessi.
Denuncia e conferme sulle irregolarità nel sistema dei permessi di soggiorno
Nella sua dichiarazione, la presidente del Consiglio ha sottolineato che all’epoca molti avevano accusato il governo di fare propaganda, ma oggi, secondo quanto riportato dalla stampa, si aggiungerebbero nuove conferme sull’esistenza di una rete organizzata e criminale. Tra le pratiche emerse ci sarebbero la creazione di identità digitali costruite a tavolino, assunzioni fittizie, legami con clan criminali e scambi di denaro in cambio di accessi illegali nel territorio italiano. Meloni ha evidenziato come questa rete sia stata smascherata grazie al lavoro congiunto della magistratura e delle forze dell’ordine.
Impegno del governo nel contrasto alle illegalità legate all’immigrazione
La premier ha ribadito che il governo continuerà a combattere ogni forma di illegalità connessa all’immigrazione, affermando che “l’Italia non è terra di conquista per i trafficanti di permessi e per chi vive di furbizie e scorciatoie”. Meloni ha concluso il suo post con un messaggio di determinazione: “Avanti, senza paura”.
L’azione della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, guidata dal procuratore Giovanni Melillo, si inserisce in un più ampio quadro di coordinamento e contrasto alle organizzazioni criminali che operano sul territorio nazionale, con particolare attenzione anche alle infiltrazioni nei fenomeni migratori illegali. La Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo continua a monitorare e coordinare le indagini, coinvolgendo anche le forze di polizia specializzate come la Direzione investigativa antimafia (DIA) e il Raggruppamento operativo speciale (ROS).