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Sea-Watch denuncia gravi omissioni nei soccorsi e critica le politiche europee mentre 98 migranti, tra cui donne incinte e bambini, restano bloccati al largo della Tunisia
Roma, 30 luglio 2025 – Una tragedia umanitaria si è consumata nel Mediterraneo centrale, dove due bambini sono morti e 98 migranti sono rimasti a lungo alla deriva al largo delle coste tunisine. La vicenda, denunciata dall’organizzazione umanitaria Sea-Watch, mette in luce ancora una volta le gravi carenze delle politiche europee sul soccorso in mare e la gestione delle migrazioni.
Lunedì scorso, un barchino di metallo con a bordo migranti è stato avvistato nell’area di Sar Tunisia da un aereo di ricognizione di Sea-Watch, su segnalazione di Alarm Phone. La barca, particolarmente fragile e soggetta a rapido affondamento, è stata ignorata dalle autorità, nonostante la vicinanza della missione europea Frontex, che «ha visto il natante e se n’è andata», denuncia la portavoce di Sea-Watch, Giorgia Linardi.
Dopo ore di abbandono, il mercantile Port Fukuka, presente nelle vicinanze, ha tentato un soccorso, ma l’imbarcazione si è capovolta, causando la morte di due bambini e la dispersione di una persona. Attualmente i 98 naufraghi, tra cui sei bambini (uno appena nato) e due donne in avanzato stato di gravidanza, si trovano ancora a bordo del mercantile, con il rischio di essere respinti verso la Libia, paese noto per le condizioni disumane e le torture riservate ai migranti.
La Ong ha sottolineato che la propria nave di soccorso veloce, Aurora, si trova a sole quattro ore e mezza dal luogo della tragedia, ma è tuttora bloccata nel porto di Lampedusa per motivazioni ritenute infondate. La portavoce Linardi ha esortato il governo italiano a rispettare il diritto internazionale, denunciando il silenzio delle autorità come una conferma di una politica che «sta bene con i morti in mare e con i respingimenti illegali».
Marco Grimaldi, vicecapogruppo dei deputati di Avs, ha definito «gravissima» la pratica sistematica di ritardi e mancati soccorsi, chiedendo con urgenza lo sbarco in un porto sicuro per poter garantire cure mediche e psicologiche ai sopravvissuti.
Sea-Watch, organizzazione tedesca fondata nel 2014 con sede a Berlino, da anni si dedica al soccorso civile nel Mediterraneo, avendo salvato oltre 45.000 persone. L’ONG ribadisce la necessità di una missione europea con un mandato chiaro e duraturo e l’apertura di vie legali e sicure per i migranti, affinché tragedie come questa non si ripetano più.