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Migranti, la Corte UE limita la discrezionalità degli Stati: scontro aperto con il governo italiano

La sentenza sulla tutela dei richiedenti asilo rafforza i vincoli comunitari. Salvini: “Una decisione vergognosa”. Meloni e Conte ai poli opposti

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha ribadito un principio cardine del diritto comunitario in materia di protezione internazionale: gli Stati membri non possono sottrarsi agli obblighi di accoglienza e tutela dei richiedenti asilo, anche in caso di emergenze legate all’eccessiva pressione migratoria. La pronuncia, che riguarda un caso avvenuto in Irlanda ma destinato ad avere ricadute anche sul quadro normativo italiano, stabilisce che la mancata erogazione di servizi essenziali, come alloggio e assistenza, costituisce una violazione grave dei diritti garantiti dall’UE.

In particolare, la Corte ha chiarito che non può essere designato come “Paese terzo sicuro” uno Stato che non garantisca la tutela effettiva dei diritti umani a tutta la sua popolazione. Tale criterio, secondo i giudici, deve essere valutato non solo attraverso fonti ufficiali, ma anche tenendo conto di rapporti provenienti da organizzazioni indipendenti. Un passaggio che mette in discussione diversi accordi bilaterali, compreso quello recentemente firmato tra Italia e Albania per il trasferimento dei migranti.

Salvini: “Sentenza vergognosa che limita la sovranità”

A margine di un incontro con imprenditori a Pesaro, il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha attaccato duramente la decisione della Corte: “È scandalosa, vergognosa, imbarazzante. Una sentenza che limita la possibilità di controllare i confini, di contrastare i trafficanti di esseri umani e di contenere gli sbarchi”. Il leader della Lega ha parlato di “un precedente grave” per tutta Europa, che mina “la nostra identità nazionale” e ostacola le politiche italiane contro l’immigrazione irregolare.

Rivolgendosi direttamente alla magistratura, Salvini ha aggiunto: “Se c’è qualche giudice che vuole fare politica, abbia il coraggio di candidarsi. Perché che sia un magistrato a decidere se un Paese è sicuro o meno è una scelta politica”. E ha concluso con un riferimento al territorio: “Ne sono arrivati troppi di clandestini, anche nelle Marche e in Riviera. La gente vorrebbe passare qualche giorno tranquillo senza rotture di scatole”.

Meloni: “Sentenza frustrante, lontana dai cittadini”

Anche la premier Giorgia Meloni ha commentato con toni critici la decisione della Corte, in particolare in riferimento alla sentenza della Cassazione che impone al governo un risarcimento per i migranti bloccati a bordo della nave Diciotti. “È una sentenza frustrante, che non avvicina i cittadini alle istituzioni”, ha detto. “Saremo costretti a spendere risorse per risarcire persone che hanno tentato di entrare illegalmente in Italia, mentre facciamo fatica a trovare fondi per le vere priorità del Paese”.

Da Palazzo Chigi è arrivata una nota ufficiale che sottolinea il disaccordo del governo: “La Corte UE invade ambiti che dovrebbero essere di competenza della politica nazionale, come le procedure sui rimpatri e la definizione dei Paesi sicuri”. Si contesta in particolare l’utilizzo di fonti non istituzionali da parte dei giudici nazionali per valutare la sicurezza dei Paesi terzi.

Conte: “Meloni attacca i giudici per propaganda”

Di tutt’altro tenore le parole dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il leader del Movimento 5 Stelle ha definito la sentenza “scontata” e ha accusato il governo Meloni di strumentalizzare la vicenda per scopi elettorali. “Il diritto europeo è sovraordinato rispetto a quello nazionale. Meloni dovrebbe smettere di fare la vittima e cominciare a confrontarsi con la realtà delle regole comuni”.

Anche altri esponenti del M5S hanno criticato l’esecutivo, parlando di “ignoranza, improvvisazione e slogan vuoti” nella gestione dell’immigrazione. Secondo i pentastellati, le sentenze europee sono un richiamo importante al rispetto dello Stato di diritto e dei limiti all’azione dei governi, specialmente su temi delicati come i diritti umani.

L’opposizione giuridica e il ruolo dei giudici

La sentenza della Corte UE avrà effetti rilevanti anche sull’interpretazione delle future espulsioni e sulle politiche di esternalizzazione dei flussi migratori. Secondo l’avvocato Dario Belluccio, legale di uno dei migranti coinvolti nei ricorsi esaminati a Lussemburgo, “questa decisione sconfessa la linea dell’attuale governo. È una vittoria dello Stato di diritto, della democrazia e della separazione dei poteri”.

La frattura tra Bruxelles e Roma appare sempre più profonda, alimentando un conflitto istituzionale che riflette una contrapposizione strutturale tra esigenze di sicurezza e rispetto dei diritti fondamentali. Un equilibrio che, almeno per ora, resta tutto da trovare.

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Redazione