
ANSA / DOMENICO PALESSE
Il dibattito sugli hotspot migratori in Albania si infiamma nuovamente dopo la pubblicazione del rapporto di ActionAid e dell’Università di Bari che definisce il Centro di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) di Gjader in Albania un fallimento sotto molteplici aspetti. Le critiche provengono soprattutto dai rappresentanti del Partito Democratico, che evidenziano sprechi economici e inefficienze gestionali gravissime.
Sprechi e inefficienze al centro del dibattito
Secondo il rapporto, nel 2024 il Cpr in Albania è stato operativo solo cinque giorni, con una spesa di circa 112 mila euro al giorno per trattenere una ventina di migranti per poche ore. Il costo di allestimento per ogni posto operativo è risultato pari a 153 mila euro, un valore superiore di gran lunga rispetto ai 21 mila euro necessari per un posto nel Cpr di Porto Empedocle, in Italia.
La senatrice Sandra Zampa, capogruppo del Pd nella commissione Affari sociali, ha definito l’esperienza come “un buco nero per i fondi pubblici” e un “totale fallimento” dell’efficienza e della gestione delle politiche migratorie da parte del governo Meloni, denunciando sprechi, atteggiamenti ideologici razzisti e violazioni dei diritti umani.
Reazioni politiche e critiche trasversali
Anche il senatore Nicola Irto (Pd) ha parlato di “fallimento politico, giuridico e umano”, sottolineando come i costi fuori controllo e le procedure opache abbiano prodotto risultati quasi nulli, con un tasso di rimpatri effettivi del 10%. Irto ha definito il modello Albania “una scenografia costruita sulla pelle dei più fragili”, contraddicendo gli obiettivi dichiarati dal governo.
Le critiche si estendono anche alle recenti decisioni giudiziarie: il governo ha espresso “stupore” per i no della Corte di appello di Roma al trattenimento dei migranti in Albania, mentre esponenti di Fratelli d’Italia e Forza Italia accusano la magistratura di ostacolare le politiche di sicurezza. Dall’opposizione, invece, si ribadisce che i centri in Albania rappresentano un “clamoroso fallimento” e uno “spreco inaccettabile di denaro pubblico”.
Lo scontro politico si inserisce nel contesto di una legislatura segnata da tensioni sull’immigrazione e la gestione dei flussi migratori, con il governo che cerca di “superare gli ostacoli” posti dalla magistratura, mentre le opposizioni chiedono un confronto più trasparente e un cambio di rotta nelle politiche migratorie.