La Guardia libica ha condotto un attacco armato contro la nave di soccorso Ocean Viking mentre salvava migranti in acque internazionali
Roma, 25 agosto 2025 – Momenti di terrore nel Mediterraneo centrale. La nave umanitaria Ocean Viking, gestita dall’ong Sos Mediterranee, è stata presa di mira ieri pomeriggio da un violento attacco armato della Guardia costiera libica mentre era impegnata in operazioni di soccorso in acque internazionali. Secondo quanto riferito dall’equipaggio, l’assalto è durato circa venti minuti, con “centinaia di colpi esplosi” contro l’imbarcazione, che aveva già a bordo 87 migranti soccorsi, tra cui nove minori non accompagnati.
L’assalto in mare alla Ocean Viking
L’aggressione è avvenuta intorno alle 15.03 di domenica 24 agosto, subito dopo due operazioni di salvataggio condotte tra sabato notte e la mattina successiva. Mentre la Ocean Viking stava cercando un’altra imbarcazione in difficoltà – attività autorizzata dal centro di coordinamento italiano – una motovedetta libica si è avvicinata intimando di abbandonare l’area. Nonostante l’equipaggio avesse chiarito di essere già in fase di allontanamento, due uomini a bordo dell’unità libica hanno aperto il fuoco senza alcun preavviso.
I proiettili hanno provocato gravi danni: fori sulla fiancata della nave all’altezza della testa, la distruzione di antenne e finestrini, e colpi che hanno centrato i tre motoscafi di soccorso veloci e altre attrezzature fondamentali per le operazioni. Le squadre di Sos Mediterranee hanno messo in sicurezza i migranti e trovato rifugio all’interno della nave. “Sebbene nessuno sia rimasto ferito fisicamente, tutti a bordo hanno temuto per la propria vita”, ha dichiarato la ong.
La richiesta di aiuto e il mancato intervento
Dopo l’attacco, la Ocean Viking ha lanciato un segnale di soccorso e allertato la Nato, chiedendo protezione e assistenza. La nave è stata indirizzata verso la più vicina unità, una fregata della Marina italiana, che tuttavia – secondo la ong – non avrebbe mai risposto alla chiamata. L’episodio ha suscitato sconcerto e nuove accuse sulla mancanza di un coordinamento efficace nelle operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo.
La denuncia di Sos Mediterranee e l’appello della Croce Rossa
Valeria Taurino, direttrice generale di Sos Mediterranee Italia, ha chiesto “un’indagine approfondita sugli eventi di ieri pomeriggio” e che i responsabili “siano assicurati alla giustizia”.
Anche la Croce Rossa Italiana ha preso posizione. Il presidente Rosario Maria Gianluca Valastro ha definito quanto accaduto “un episodio grave e inaccettabile”, ribadendo che “attaccare operatori umanitari impegnati in missioni di salvataggio significa mettere a rischio non solo chi soccorre, ma anche chi cerca scampo da guerre, violenze e persecuzioni”.
Le polemiche sui porti lontani
Dopo l’attacco, il Viminale ha inizialmente assegnato come porto di sbarco Marina di Carrara, a oltre 1.300 chilometri dall’area di salvataggio, decisione contestata da Sos Mediterranee perché sottrae tempo prezioso alle operazioni in mare. In seguito, le autorità hanno riassegnato la destinazione a Siracusa, riducendo sensibilmente la rotta.
L’episodio si inserisce in un clima già teso: nei giorni scorsi la nave della ong Mediterranea Saving Humans aveva scelto di sbarcare a Trapani disobbedendo all’indicazione di recarsi a Genova, per evitare lunghi e rischiosi trasferimenti. Le organizzazioni umanitarie chiedono da tempo un sistema coordinato di ricerca e soccorso europeo, capace di garantire la sicurezza di migranti ed equipaggi e di prevenire nuove tragedie in mare.