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Roma, 19 giugno 2025 – Nel decennio 2015-2025, la flotta umanitaria composta da 22 navi e 4 aerei ha salvato 175mila migranti nel Mediterraneo centrale. Questo importante dato è stato reso noto da quattro organizzazioni tedesche impegnate nelle operazioni di soccorso: SOS Humanity, United4Rescue, Sea-Watch e Sea-Eye. Le ong chiedono con forza la fine dell’ostruzionismo politico che ostacola le missioni di salvataggio in mare.
La flotta umanitaria e il suo ruolo nel Mediterraneo
Dal 2015, la flotta umanitaria ha assicurato un intervento costante per evitare che migliaia di persone in fuga dalle loro terre trovassero la morte durante la traversata. Tra le imbarcazioni di soccorso, spicca la nave Humanity 1, gestita da SOS Humanity dal 2022 e una delle più grandi e attrezzate nel Mediterraneo. Originariamente denominata “Poseidon” e costruita nel 1976, la nave è stata acquistata da United4Rescue e Sea-Watch nel 2020 e successivamente convertita per operazioni di salvataggio. Dotata di un’area protetta per donne e bambini e di un’infermeria, la Humanity 1 ha salvato oltre 3.600 persone entro fine 2023. La nave può ospitare circa 300 profughi e naviga sotto bandiera tedesca.
Le criticità e la proposta “Mare Solidale”
Le organizzazioni denunciano come i governi europei e l’Unione europea continuino a privilegiare la deterrenza e il controllo delle frontiere, a discapito della tutela dei diritti umani e del rispetto del diritto internazionale. Un esempio citato è il Decreto Piantedosi, introdotto nel gennaio 2023, che ha comportato il fermo amministrativo di imbarcazioni di soccorso in 28 occasioni, causando 680 giorni di blocco delle operazioni di salvataggio.
In risposta a questa situazione, le ong hanno presentato “Mare Solidale”, una proposta concreta per un programma europeo di soccorso basato sui diritti umani. Secondo gli attivisti, l’Unione europea potrebbe finalmente porre fine alle continue tragedie in mare, ma serve una reale volontà politica.