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Maryland, 27 giugno 2025 – Nel cuore dei quartieri latini degli Stati Uniti, in particolare nel Maryland, ristoranti, mercati e negozi chiudono o si svuotano a causa di una crescente ondata di paura legata a una stretta sulle politiche migratorie. La campagna anti-immigrati promossa dall’amministrazione Trump, che ha annunciato l’espulsione di un milione di migranti entro la fine del 2025, ha scatenato un clima di terrore che paralizza l’economia locale.
Le incursioni dell’ICE (Immigration and Customs Enforcement) si sono intensificate in luoghi di lavoro, nei parcheggi e nei ristoranti, spingendo i migranti a nascondersi e riducendo drasticamente la domanda di beni e servizi. Le comunità ispaniche, che da decenni rappresentano una colonna portante dell’economia americana, stanno assistendo a una significativa contrazione dei consumi: secondo l’istituto Kantar, nel primo trimestre 2025 la spesa per alimentari e bevande tra i consumatori latini è diminuita del 4,3%, mentre gli acquisti di abbigliamento sono calati di oltre l’8%. Un trend opposto a quello della popolazione non ispanica, che ha mantenuto o incrementato le proprie spese.
Questo calo non è solo un fenomeno locale, ma rischia di avere ripercussioni sull’intera economia statunitense: l’Economic Policy Institute stima che gli immigrati abbiano contribuito per il 18% al PIL nel 2023, generando più di 2.100 miliardi di dollari nel 2024. Ogni riduzione nei consumi di queste comunità si traduce in un effetto domino che coinvolge interi settori produttivi e commerciali.
La paura di essere fermati ha spinto molti migranti a limitare le uscite, favorendo però un aumento significativo degli ordini tramite servizi di consegna a domicilio. Nei ristoranti a clientela prevalentemente latina, i tavoli si svuotano, mentre gli ordini da asporto crescono. Il settore retail registra una diminuzione degli acquisti in negozio pari al 9%, compensata da un incremento del 7% nelle vendite online e tramite il ritiro in negozio.
Le scelte di acquisto si orientano verso prodotti con lunga conservazione come zuppe in scatola e pasta, a discapito di alimenti freschi, per ridurre le uscite e minimizzare i rischi. Questo cambiamento incide profondamente sulle attività commerciali tradizionali, già fragili in molti quartieri.
A peggiorare la situazione contribuisce l’effetto moltiplicatore dei social network, dove notizie infondate e allarmi virali alimentano la paura e la sfiducia. Nonostante i commercianti cerchino di verificare le informazioni prima di diffonderle, spesso la voce circola troppo rapidamente, modificando le abitudini dei consumatori e causando un calo di fiducia difficile da recuperare.
Molti imprenditori che avevano costruito le proprie attività credendo nel “sogno americano” oggi vedono quel progetto svanire sotto la pressione di una politica che, con le sue azioni e retoriche, sta frenando la vitalità economica e sociale di intere comunità.