Questione migranti, Pd: “Decreto flussi ok, ma stop alla burocrazia per i lavoratori agricoli”

Il Partito Democratico solleva la questione della necessità urgente di manodopera straniera nel settore agricolo e chiede una revisione del sistema del cosiddetto “clic day”, alla luce delle nuove disposizioni contenute nel decreto flussi approvato dal governo Meloni.

Decreto flussi: aumento degli ingressi per lavoro agricolo

Secondo quanto riferito dal senatore Silvio Franceschelli, capogruppo del Pd nella commissione Industria, il governo ha previsto a partire dal 2026 la possibilità di ingresso in Italia di 88 mila lavoratori stranieri destinati all’agricoltura, il doppio rispetto agli attuali 47 mila previsti per il 2024. Nel triennio 2026-2028, ciò si tradurrebbe in un totale di circa 500 mila nuovi ingressi. Questa misura rappresenta un passo avanti, rispondendo alle istanze delle imprese agricole e superando un dibattito precedentemente dominato da posizioni ideologiche.

Tuttavia, Franceschelli sottolinea che rimangono gravi criticità sul fronte della lotta al caporalato e dello sfruttamento della manodopera, oltre a un sistema di tutele ancora insufficiente che non garantisce la sicurezza sul lavoro come dovrebbe. Il senatore evidenzia inoltre le lungaggini burocratiche e l’inefficienza del metodo del clic day, che spesso porta all’autorizzazione tardiva dell’ingresso di lavoratori stranieri, quando ormai le offerte di lavoro sono esaurite.

Caporalato e inefficienze del clic day: le richieste del Pd e dei sindacati

La problematica del caporalato è al centro delle denunce di organizzazioni sindacali come la Flai-Cgil, che stima che in Italia siano circa 400 mila i lavoratori agricoli sotto l’influenza di caporali, con 60 mila in condizioni di assoluto degrado abitativo. La proposta di legge presentata da Cgil, Flai e Fillea mira a riconoscere il caporalato come reato penale, superando l’attuale sanzione amministrativa di soli 50 euro per lavoratore ingaggiato, ritenuta insufficiente per contrastare efficacemente il fenomeno.

Nel frattempo, la Coldiretti denuncia le criticità del clic day, che nel 2025 ha visto “bruciare” i 110 mila posti disponibili in pochi minuti, senza garanzie che la manodopera sia effettivamente utilizzata. L’associazione agricola chiede un superamento di questo meccanismo e una gestione diretta dei flussi migratori per evitare infiltrazioni criminali e frodi, sottolineando anche la necessità di snellire le procedure consolari, spesso lente e causa di ritardi.

Franceschelli evidenzia infine l’urgenza di percorsi di formazione nei paesi d’origine e di un’accelerazione delle procedure d’ingresso, poiché senza queste misure il decreto flussi rischia di restare una promessa non mantenuta per il settore agricolo italiano e l’economia nazionale.

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Redazione