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Roma, 11 luglio 2025 – Il Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) continua a rappresentare un modello fondamentale per l’accoglienza dei cittadini di Paesi terzi richiedenti asilo in Italia. A sottolinearlo è Gianguido D’Alberto, sindaco di Teramo e delegato dell’ANCI per l’Immigrazione e le politiche di integrazione, intervenuto nell’ambito della rubrica “la parola al delegato” sul sito dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani.
Un patrimonio di esperienze e infrastrutture nei Comuni italiani
Secondo il Rapporto annuale del SAI, sono circa 2.000 i Comuni coinvolti nella rete, comprendendo quasi tutti i capoluoghi con oltre 100.000 abitanti e più di 1.000 piccoli e piccolissimi Comuni. Questa ampia partecipazione testimonia una “febbre di crescita” del sistema, con un incremento sia numerico sia di impegno da parte degli enti locali. D’Alberto evidenzia che la rete SAI è un patrimonio infrastrutturale, professionale e sociale, costruito in oltre 23 anni di attività, che si pone come risorsa a disposizione dell’intero Paese.
Inoltre, il delegato ANCI evidenzia l’importanza di una governance multilivello, che coinvolga in modo organico tutte le istituzioni, in particolare le Regioni, le quali detengono competenze fondamentali in ambiti quali sanità, politiche abitative, formazione e lavoro, indispensabili per il percorso di integrazione post SAI.
Nuove prospettive e criticità nella gestione dell’accoglienza
Il sistema SAI è chiamato a un ruolo centrale nell’implementazione del nuovo Patto Europeo sulla migrazione e l’asilo. L’Italia, spiega D’Alberto, dovrà adeguarsi per permettere al SAI di tornare ad accogliere tutti i richiedenti asilo, rafforzando la seconda accoglienza e specializzando ulteriormente i servizi.
Un tema particolarmente delicato riguarda l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. I Comuni manifestano preoccupazione per la mancanza di risorse adeguate a garantire l’assistenza e la presa in carico di questi minori, risorse che in passato erano regolarmente assicurate. La complessità di tale accoglienza è aumentata nel tempo, anche a causa di una crescente fragilità psico-sociale e del coinvolgimento di alcuni minori in reti di tratta e sfruttamento, come sottolineato dal delegato ANCI.