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Una recente sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea ha segnato un importante passo avanti nella tutela dei diritti dei migranti
Una recente sentenza della Corte di giustizia dell’Unione Europea ha segnato un importante passo avanti nella tutela dei diritti dei migranti, confermando la centralità dei valori umanitari nel contesto giuridico europeo. La vicenda ha avuto inizio con il caso di una donna congolese, che nel 2019 è entrata in Italia con due minori, una figlia e una nipote, utilizzando passaporti falsi. La donna ha dichiarato di aver lasciato il Congo a causa di minacce ricevute dal suo ex compagno, temendo per la sicurezza delle bambine.
La questione pregiudiziale sollevata
Il tribunale italiano ha sollevato una questione pregiudiziale alla Corte di giustizia, chiedendo se la Direttiva 2002/90, riguardante il favoreggiamento dell’immigrazione illegale, fosse compatibile con la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. In particolare, il giudice aveva dubbi sulla mancanza di una clausola che consentisse di escludere la punibilità per chi agisce per motivi umanitari, come nel caso della donna accusata di favoreggiamento.
La risposta della Corte
La Corte ha risposto affermativamente, sostenendo che l’obbligo di proteggere i minori e la vita familiare deve prevalere su considerazioni punitive relative all’immigrazione. Il presidente della Corte, Koen Lenaerts, ha chiarito che un genitore ha la responsabilità di garantire la sicurezza dei propri figli, e che un richiedente asilo non può essere considerato in posizione irregolare fino a quando non viene presa una decisione sulla sua domanda.
Un principio fondamentale
Questa decisione non solo sostiene i diritti dei migranti, ma stabilisce anche un principio importante: il diritto d’asilo deve essere garantito e protetto, escludendo la possibilità di sanzioni penali per chi cerca di garantire la sicurezza dei più vulnerabili. La Corte, quindi, non ha solo ribadito l’importanza della legalità, ma ha anche messo in luce la necessità di un approccio più umano e compassionevole nelle questioni di immigrazione.
Il caso ha suscitato un ampio dibattito tra giuristi e attivisti per i diritti umani, evidenziando la necessità di un equilibrio tra sicurezza e diritti fondamentali. La decisione della Corte di giustizia è un invito a rivedere le politiche europee in materia di immigrazione, ponendo l’accento sulla dignità umana e sulla protezione dei diritti dei migranti, in un contesto di crescente tensione e sfide legate alla migrazione su scala globale.