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Il governo spagnolo e l’amministrazione regionale delle Isole Canarie hanno raggiunto un accordo cruciale per l’accoglienza di oltre 800 minori migranti non accompagnati presenti sull’arcipelago. La decisione arriva a seguito dell’ordine della Corte Suprema spagnola che aveva sollecitato una soluzione urgente per la gestione di questi giovani richiedenti asilo, minacciando sanzioni pecuniarie qualora lo Stato non avesse adempiuto.
Secondo quanto reso noto dal governo delle Canarie, il sistema statale di accoglienza si farà carico immediatamente dei minori migranti, mentre sull’arcipelago resteranno solo coloro che dimostreranno un radicamento comprovato sul territorio. Ogni caso sarà valutato singolarmente, garantendo un approccio personalizzato alla gestione delle situazioni complesse che coinvolgono questi giovani.
L’intesa, ora, dovrà ricevere la convalida finale dalla Corte Suprema. Negli ultimi mesi, le autorità delle Canarie avevano più volte sottolineato la necessità di un supporto statale, evidenziando come il sistema locale fosse ormai al limite della capacità ricettiva a causa del forte aumento degli arrivi.
Parallelamente, si registra uno scontro politico a livello nazionale tra il governo guidato da Pedro Sánchez e l’opposizione del Partito Popolare (PP) riguardo alla gestione e distribuzione obbligatoria dei minori migranti tra le 17 comunità autonome spagnole. Attualmente, la redistribuzione è su base volontaria, ma il governo socialista sta spingendo per modificare la legge sull’immigrazione affinché diventi obbligatoria.
Il tema è particolarmente delicato, poiché il PP, sotto la pressione degli ultraconservatori di Vox, si mostra riluttante a sostenere la redistribuzione dei migranti, temendo ripercussioni politiche. Questo stallo politico complica ulteriormente la situazione, mentre le Canarie continuano a registrare un significativo aumento degli sbarchi: solo nel 2024, l’arcipelago ha visto un incremento del 23% rispetto all’anno precedente, con oltre 5.400 minori attualmente ospitati in strutture che superano la capacità ricettiva del 300%.
L’accordo tra Stato e amministrazione locale rappresenta dunque un passo importante per far fronte all’emergenza, in attesa di un quadro politico più stabile che consenta una gestione condivisa e sostenibile del fenomeno migratorio.