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La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha respinto il ricorso presentato da alcuni migranti contro l’Italia, ritenendo il Paese non responsabile per le violenze subite durante un’operazione di salvataggio in mare condotta dalla nave libica Ras Jadir nel novembre 2017.
La Cedu ha dichiarato irricevibile il ricorso contro l’Italia avanzato da migranti che accusavano il governo italiano di non aver impedito le morti di alcuni loro figli e i maltrattamenti subiti durante il salvataggio. La Corte ha precisato che i fatti si sono svolti in acque internazionali, su cui l’Italia non esercita un controllo effettivo, e che dunque Roma non aveva alcun potere sulla nave libica Ras Jadir.
Di conseguenza, secondo i giudici di Strasburgo, mancano gli elementi necessari per attribuire allo Stato italiano la giurisdizione e quindi la responsabilità in base alla Convenzione europea dei diritti umani.
Pur escludendo la giurisdizione italiana in questo specifico caso, la sentenza precisa che la situazione resta comunque disciplinata da altre norme di diritto internazionale. Tali norme riguardano in particolare l’assistenza alle persone in mare, la protezione dei rifugiati e la responsabilità generale degli Stati nei confronti delle persone soccorse in mare.
La decisione della Corte europea dei diritti umani, quindi, si focalizza esclusivamente sull’applicazione della Convenzione e non esclude che altre regole internazionali possano essere rilevanti per la gestione e la tutela dei diritti umani in situazioni simili.