Il microonde è comodo, ma non sempre sicuro: ecco cinque alimenti che non dovresti mai scaldare o cuocere al suo interno e i motivi dietro questa regola.
Il microonde è presente in quasi tutte le cucine italiane. Compatibile con ritmi frenetici, riduce i tempi di preparazione e scongela in pochi minuti pietanze che richiederebbero ore. Il problema, spesso ignorato, è che non tutti gli alimenti reagiscono bene alle microonde. Alcuni cambiano consistenza, altri perdono buona parte delle loro proprietà nutrizionali, altri ancora possono diventare potenzialmente pericolosi per la salute.
Le microonde, generate da un magnetron interno, scaldano gli alimenti dall’interno verso l’esterno. Questa modalità di riscaldamento, seppur veloce, non è uniforme come quella di un forno tradizionale e può provocare punti caldi o zone ancora fredde. In certi casi, il rischio non è solo culinario ma anche sanitario: un cibo mal riscaldato può favorire la proliferazione di batteri, soprattutto se di origine animale.
Rischi per la salute e danni ai nutrienti
Tra i cibi più comuni da evitare c’è il riso cotto. Lasciato a temperatura ambiente per ore, può sviluppare Bacillus cereus, un batterio resistente al calore. Se poi il riso viene semplicemente riscaldato al microonde senza un adeguato passaggio ad alte temperature, il rischio di intossicazione alimentare aumenta. Inoltre, il calore intenso e disomogeneo lo rende gommoso, alterandone il sapore.

Il latte, scaldato in tazza, raggiunge velocemente temperature elevate nelle zone più esposte alle microonde, mentre altre parti restano fredde. Questo può causare ustioni alla bocca e, allo stesso tempo, degradare alcune vitamine sensibili al calore, come la B12.
Il pollo crudo, inserito direttamente nel microonde per la cottura, rappresenta un errore grave. La cottura disomogenea non garantisce l’eliminazione di batteri come la Salmonella o il Campylobacter. Anche nel caso di pollo già cotto, un riscaldamento insufficiente nelle zone interne può mantenere la carica batterica pericolosa.
Per le uova, il problema è fisico: il guscio sigilla il vapore interno che, sotto pressione, provoca esplosioni violente. Senza guscio, il rischio resta, poiché l’albume tende a coagulare rapidamente creando zone dure e poco appetibili.
La carne subisce una perdita importante di liquidi se cotta al microonde. Le fibre si contraggono in modo irregolare, lasciando il pezzo asciutto e con un sapore piatto. La perdita di succo implica anche la dispersione di minerali e proteine idrosolubili.
Comportamenti sicuri e alternative consigliate
Per ridurre i rischi, è utile adottare pratiche semplici. Il riso avanzato va raffreddato subito e conservato in frigorifero, poi riscaldato a temperatura uniforme in padella o al vapore. Il latte può essere scaldato a bagnomaria, così da mantenere la distribuzione del calore più omogenea e preservare nutrienti sensibili.
Il pollo andrebbe sempre cotto in forno o in padella, controllando che la temperatura interna raggiunga almeno 75 °C. In caso di riscaldamento, tagliare il pezzo in porzioni più piccole migliora la distribuzione del calore.
Per le uova, la cottura in acqua o in padella resta l’unica opzione sicura. In alternativa, si possono preparare strapazzate in microonde solo se ben sbattute e senza guscio, mescolando a intervalli brevi.
La carne, specialmente quella rossa, mantiene consistenza e sapore migliori con una cottura tradizionale. Se va solo riscaldata, il microonde può essere usato a potenza media, coprendo il piatto per trattenere l’umidità e ridurre la perdita di succhi.
In sintesi, la comodità del microonde non giustifica un uso indiscriminato. Alcuni alimenti richiedono metodi alternativi per garantire sicurezza e qualità, ed evitare che la praticità si trasformi in un rischio concreto.