
EPA/MIGUEL GUTIERREZ
Caracas, 1 luglio 2025 – Il presidente dell’Assemblea nazionale venezuelana, Jorge Rodríguez, ha denunciato il presunto “sequestro” di 18 bambini figli di migranti venezuelani da parte degli Stati Uniti, affermando che questi minori sono stati separati dai loro genitori durante le procedure di espulsione dall’America. La dichiarazione di Rodríguez, figura di spicco del chavismo e alleato stretto del presidente Nicolás Maduro, è stata rilasciata alla presenza di madri e parenti dei minori coinvolti.
Denuncia di Jorge Rodríguez: “Sequestro di bambini venezuelani negli Usa”
Secondo Rodríguez, questi 18 bambini sono stati “separati dai loro genitori negli Stati Uniti come esempio di barbarie”. Egli ha inoltre affermato di aver segnalato questi casi all’amministrazione Trump, sottolineando la gravità dell’offesa subita dalle famiglie venezuelane.
La questione ha assunto particolare rilevanza dopo un presento episodio avvenuto ad aprile, quando una minorenne sarebbe stata separata dalla madre mentre si apprestavano a imbarcarsi nel quadro del piano governativo “Vuelta a la Patria”. Il caso della bambina, Maikelys Espinoza, è diventato simbolo delle proteste di massa che hanno coinvolto milioni di lavoratori venezuelani durante la Festa dei Lavoratori del 1° maggio a Caracas e in tutto il Paese. Il Ministero degli Esteri venezuelano ha denunciato l’atto come ingiustificabile e ha richiesto il suo immediato rientro in patria, lamentando l’allontanamento arbitrario e abusivo della minorenne, considerato contrario alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Infanzia.
Reazioni ufficiali e contesto politico
Il presidente Nicolás Maduro ha definito la bambina come “figlia di genitori venezuelani” e parte di “migliaia di casi di figli di latinoamericani e caraibici rapiti negli Stati Uniti”. Nel suo discorso, Maduro ha accusato figure dell’opposizione di destra come Leopoldo López e Juan Guaidó di alimentare una narrazione che associa i migranti venezuelani a organizzazioni criminali, chiedendo persecuzioni contro di loro.
La Corte Suprema di Giustizia venezuelana ha preso posizione emettendo una misura a favore della bambina, giudicando la separazione forzata da parte delle autorità statunitensi “arbitraria e abusiva”. Nel frattempo, le autorità venezuelane hanno annunciato che utilizzeranno tutti i mezzi legali, politici e diplomatici per garantire il ritorno sicuro della ragazza nella Repubblica bolivariana.