Israele, ministro dell'Interno: la maggioranza dei profughi sono criminali

L.M. - 17 Maggio 2012
Il Borghezio d’Israele, Eli Yishai, accusa la maggioranza dei profughi africani di essere “criminali”, chiedendo per loro il carcere o la detenzione in “appositi centri”. I veri richiedenti asilo, per lui, sono “pochi e possono restare”. Gli altri via
RAZZISMO. Paese che vai razzista che trovi. Anche in Israele, nazione di migranti per eccellenza, i toni sanno essere particolarmente duri quando si parla di immigrati.

L’ultima, in ordine di tempo, è l’uscita del ministro dell’Interno Eli Yishai (del partito Shas, destra) che ha accusato “la maggioranza dei profughi africani” che giungono dal Sinai di essere dei “criminali”. Il Borghezio d’Israele ammette che, tra coloro che raggiungono lo stato ebraico possano esserci dei richiedenti asilo, ma “sono pochi e possono restare”. Gli altri, invece, vanno rinchiusi “in carcere o in appositi centri di detenzione e incoraggiati ad andarsene”.
Eli Yishai ha preso spunto dai recenti fatti di cronaca che hanno visto il coinvolgimento di alcuni migranti, nonché dal pesante malcontento che grava sulle periferie estreme di Tel Aviv. Ma le risposte, soprattutto da parte delle associazioni, non si sono fatte attendere. “Yishai strumentalizza episodi criminali isolati per gettare fango su un’intera comunità” ha dichiarato Michal Pinchuk, direttore dell’associazione per l’aiuto ai rifugiati ASSAF. Dello stesso avviso Rami Godovich, secondo cui le condizioni di degrado in cui vivono i migranti sono da ascrivere all’inerzia di un “governo negligente”. 
Gli immigrati irregolari in Israele sono oltre 50 mila, distribuiti principalmente tra Tel Aviv, Arad ed Eilat. Ogni mese, stando alle stime, dai 500 ai 1000 africani attraversano il deserto del Sinai in direzione dello stato ebraico. Per fermare i flussi provenienti dall’Africa, Israele sta costruendo una mega-barriera di circa 250 km lungo il confine con l’Egitto.

Luigi Riccio