Mondo
Profughi ambientali. Il caso Bangladesh*
Gli eco-profughi o vittime del clima hanno fatto la loro comparsa sui media italiani solo in tempi recentissimi e sono la “conseguenza” di un problema serio e sottovalutato. La prima definizione del termine, che si deve all’allora direttore dell’UN Environment Programma Essan El-Hinnawi, è del 1985. L’environmental refugee, dice El-Hinnawi, è una “persona che ha dovuto forzatamente abbandonare la propria […]
Usoni, il futuro è in Kenya
Intervista a Cherie Lindiwe, regista dello sceneggiato kenyota che immagina future immigrazioni al contrario. Che forse sono già cominciate…
La fabbrica degli apolidi
Una sentenza cancella la cittadinanza di migliaia di dominicani di origine haitiana e apre la strada a un “genocidio civile” dagli effetti imprevedibili.
Per Isa Muazu non c’è lieto fine
Un richiedente asilo nigeriano implacabilmente “rimosso”, nonostante le gravi condizioni di salute e il rischio concreto di morte in Nigeria. Questa è oggi l’Inghilterra.
La meglio gioventù
Maria, Boris, Katia e Bernard: a questi quattro giovani il “Bulgarian Helsinki Committee” ha assegnato quest’anno il premio Amici dei rifugiati
Carcere per i richiedenti asilo
Fino a un anno di carcere per i richiedenti asilo, anche se non hanno commesso alcun crimine. Lo prevede una nuova legge approvata dalla Knesset, il parlamento israeliano
Generali coinvolti nella tratta
E’ la dura e circostanziata denuncia contenuta nel rapporto The human trafficking cycle: Sinai and beyond presentato pochi giorni fa dalla giornalista eritrea Meros Estefanos.
Così lontani, così vicini
L’incendio del Macrolotto riproduce in piccolo la tragedia del Rana Plaza. Noi crediamo che sia proprio così. E che i modelli di produzione e consumo c’entrino, eccome.
Madiba, il santo laico
Il caffè con la vedova di Verwoerd, il suo esempio e l’eredità spirituale. Un’iintervista della Misna a Gunter Simmermacher, direttore del settimanale cattolico Southern Cross.
Una nazione all’estero
Ciò che è successo il 24 aprile nel quartiere di Savar, a Dhaka, ci riguarda. Per molte ragioni “dirette” (le nostre aziende delocalizzano lì, gli abiti prodotti in Bangladesh sono quelli che indossiamo…) e perché quella bangladese è una delle popolazioni immigrate più presenti in Italia. I movimenti migratori dall’area dell’odierno Bangladesh verso l’Europa cominciano già nel XVII secolo, momento […]